I migliori giorni, il film italiano uscito a Capodanno, è una pellicola inaspettata, dal retrogusto dolce-amaro perché apre a più spunti di riflessioni sull’individuo e su come quest’ultimo potrebbe comportarsi durante alcune festività.
I migliori giorni: recensione e trama
I migliori giorni, per i registi Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, sono a Natale, Capodanno, San Valentino e l’8 marzo. Certo, in questo film non mancano i personaggi stereotipati tuttavia la pellicola riesce a trasmetterci quel senso di confusione e frustrazione che sta attraverso la nostra società occidentale già prima del Covid.
A Natale
La parola chiave del film – che, va detto, non strizza assolutamente l’occhio alla Commedia all’italiana classica, perché mancano i malintesi – è Ipocrisia. Poi c’è la rabbia. Il lungometraggio è suddiviso in quattro episodi, ciascuno caratterizzato da una specifica festività. Nel primo si festeggia il Natale 2021, quando l’emergenza Covid costringeva le famiglie italiane a fare pranzi e cene molto ristretti, con pochi congiunti. Era anche il periodo dei vaccini anti Covid, della polarizzazione delle idee e delle discussioni infinite tra pro-vax e no vax.
Le famiglie si dividevano ed erano confuse ed arrabbiate. Ed è quello che accade nel primo episodio, dove due fratelli precari (uno a favore dei vaccini, l’altro contrario) e una sorella deputata (presumibilmente con un partito di sinistra) si riuniscono con le rispettive famiglie la sera della Vigilia. Si riuscirà a non litigare rinfacciandosi debolezze e mancanze? Lo scoprirete al Cinema.
A Capodanno
Il secondo episodio si svolge la sera del 31 dicembre quando un imprenditore insieme alla moglie e alla figlia adolescente partecipa ad una cena solidale. Anche questa diventa un’occasione ghiotta per mettere in evidenza non solo le ingiustizie sociali ma anche la lotta di classe che, come ne La fattoria degli animali di Orwell, continua a plasmare le vite di tutti dimostrandoci che alla fine il povero, se fosse benestante, si comporterebbe proprio come il ricco.
A San Valentino
Nel terzo episodio è la festa di San Valentino che fa da sfondo, qui i rapporti logoranti ed asfissianti vengono tenuti in piedi non tanto da un velo di nostalgia quanto dal bisogno di sicurezza e stabilità. La coppia di Valentina Lodovini e Luca Argentero è perfettamente a suo agio in questo episodio geniale quanto disarmante perché ci dice che le coppie datate sopravvivono grazie ad un macchinoso quanto conveniente gioco delle parti.
L’8 marzo
Nel quarto e ultimo sketch Margherita (Claudia Gerini) è una madre e nota conduttrice televisiva che sta attraversando un periodo difficile a causa dei disagi psicologici della figlia che ha tentato il suicidio. In balia del marito miliardario e totalmente assente nonché di un lavoro che la schiaccia in un ruolo prestabilito e in copioni denigranti per la propria femminilità, Margherita il giorno della Festa della Donna dovrà decidere se cambiare il corso della sua vita, ribellandosi allo status quo televisivo – che vede le donne come oggetti sessuali o solo come madri e mogli – oppure continuare a stare alle regole del patriarcato per tornaconto personale.
Il film: una piacevole sorpresa
Insomma, I migliori giorni è una commedia tragicomica che appassiona grazie alla sua veridicità, anche se il film sostiene infine che esistono tanti modi di reagire agli eventi e tante realtà. Con un cast corale (Luca Argentero, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Max Tortora, Paolo Calabresi, Valentina Lodovini, Greta Scarano, Claudia Gerini, Stefano Fresi, Massimiliano Bruno, Maria Chiara Centorami, Marco Bonini, Pietro De Silva ed altri attori), il lungometraggio è stato una piacevole sorpresa.