Recensione de I peggiori giorni e trama
Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo, dopo I migliori giorni, tornano nelle sale con I peggiori giorni, un film sempre a episodi che ci induce a riflettere su alcuni mali della società italiana contemporanea. I personaggi si tolgono la maschera per mostrare le loro nevrosi, i lor tic, le loro manie, le loro fragilità che vengono fuori in modo dirompente proprio durante alcune feste.
Un film a episodi
Il Natale diventa occasione per Flaminio (Renato Carpentieri) per testare l’affetto e il senso di gratitudine dei suoi tre figli, Alessandro (Edoardo Leo), Luca (Massimiliano Bruno) e Stefania (Anna Foglietta). L’anziano uomo, ormai ultraottantenne, chiede come regalo natalizio un rene ai figli per poter vivere qualche anno in più. I tre mostreranno un cinismo disarmante, preoccupandosi soltanto per loro stessi anziché per la salute dell’anziano padre.
Nel secondo episodio Fabrizio Bentivoglio è un imprenditore veneto che vuole ammazzarsi perché è sul lastrico ma, quando sta per farla finita, arriva un suo ex dipendente e parente (Giuseppe Battiston) che lo sequestra. Nasce così un’acuta riflessione quasi tutta in dialetto veneto (e non è un caso) proprio in occasione della Festa dei Lavoratori sulle contraddizioni del capitalismo e sul disorientamento che attraverso il mondo del lavoro italiano in modo verticale, dove non esistono più servi e padroni perché entrambi sembrano essere schiavi del sistema.
Il terzo episodio si svolge a Ferragosto. Ricky Memphis e Claudia Pandolfi vestono i panni di Ramona e Vincenzo, una coppia di coniugi che ha due figli maschi adolescenti, i quali vengono accusati da Anna (Flavia Ferzetti) e Guido (Neri Marcorè) di aver violentato la loro figlia. E anche in questa occasione viene messo in scena un interessante e sconvolgente teatrino sulla parità di genere, sul consenso e sulla responsabilità dei padri per quanto riguarda l’educazione sessuale dei figli maschi.
L’ultimo episodio si svolge ad Halloween. Vittorio (Rocco Papaleo) è ormai in depressione da anni a causa della morte della moglie. La figlia Matilde (Sara Baccarini), che fa l’animatrice, gli chiede di travestirsi da mago per la festa del figlio di un ricco uomo d’affari (Giovanni Storli). Per Vittorio questo evento si trasformerà in un’occasione di rivalsa e di rivendicazione del suo posto nella società a prescindere dal conto in banca.
Manca il brio della classica commedia all’italiana
Ne I peggiori giorni Leo e Bruno ci mostrano il peggio dell’umanità facendo della morte e dell’individualismo esasperante i fili conduttori principali di tutto il film. Anche se la pellicola non ha il brio della classica commedia all’Italiana a episodi (ricordate Ieri, oggi, domani o i film di Dino Risi?)riesce comunque a mantenere alta l’attenzione senza semplificare fenomeni complessi rischiando di scadere troppo nei luoghi comuni che tuttavia non mancano in questo lungometraggio. Maria Ianniciello