“Il mio canto è questo rock” è il titolo del secondo album di Elya, l’artista, trentenne, originario dell’Abruzzo. Prodotto dall’etichetta Music Force e Palco e scena, con distribuzione Self, questo lavoro nasce dalla passione autentica e genuina di Elya per la musica ed è utile sottolineare che l’intero ricavato, ottenuto dalla distribuzione del disco, verrà devoluto alle Missioni Francescane del Burkina Faso in Africa. Arricchito da collaborazioni con professionisti di spessore come Toti Panzanelli, Alessandro Canini e Fabio Colella, l’album si compone di sei tracce intrise di sentimenti e buone intenzioni.
Il disco si apre sulle note di “Il Mio Canto è Questo Rock”: lo spassionato invito del cantautore al libero sentire del cuore. La carica emotiva è palpabile e diventa ancora più intensa nelle parole accorate de “La luna Ora lo sa”. Semplice, essenziale e diretto, il canto di Elya è lontanissimo da ogni tipologia di orpello e si affida completamente alla capacità espressiva della sua voce e delle parole. Tutto l’album si sviluppa attorno a melodie tradizionali che, certo non innovano, ma non dispiacciono. Spazio alle riflessione con “Ci Sei tu” ma il picco dell’intensità arriva con “Incanata”. Il brano, che parte da una rivisitazione di un antico canto della città dell’Aquila, è un richiamo d’amore, viscerale e totalizzante. Scritto a sei mani da Elya, Pignatelli e Ferroni, il testo è il manifesto dell’essenza musicale del disco. Voglia di immedesimazione e compartecipazione tra le note di “Capita anche a te” mentre l’album si chiude con l’originale rivisitazione di “Quanto t’Amo”di Johnny Hallyday, scritta in italiano da Bruno Lauzi.
Raffaella Sbrescia