Da poco più di un giorno viene trasmesso in radio ed è il primo singolo di un disco che uscirà il prossimo 4 di marzo. Stiamo parlando di “Una vita diversa”, il nuovo brano dei Velvet, la band romana che sta per tornare con un nuovo album, dal titolo “Storie”. Una forte presenza di chitarre quasi spigolose e uno stile che, unito a bassline di effetto, rimanda a band come i New Order o i Placebo: questo è “Una vita diversa”, pezzo della band che ha potuto contare sulla preziosa collaborazione di una guest star d’eccezione. Si tratta di Federico Dragogna, paroliere e chitarrista di un altro gruppo molto apprezzato sulla scena musicale alternative rock: i Ministri.
Sono gli stessi Velvet a raccontare che ciò che ha attirato la loro attenzione è stato lo stile con cui Dragogna utilizza le parole: “abbiamo pensato che potesse darci una mano con questo brano. È giusto lasciare spazio alla creatività delle persone”. Lasciare spazio, certo, ma questa volta le cose sono andate ancora più in là. Per il singono “Una vita diversa” i Veltet erano infatti certi di avere già trovato il ritornello perfetto, convinti che l’intervento di Dragogna si sarebbe semplicemente aggiunto al loro lavoro. Ma un giorno, «con molto rispetto – raccontano – Federico ci ha comunicato di aver un’idea per una piccola variazione», proprio sul ritornello. «Eravamo certi che il nostro fosse imbattibile, ma qualche giorno dopo ci è arrivata una registrazione con le sue idee, l’abbiamo ascoltata, ci siamo guardati e ci siamo detti: “Grazie amico, adesso è ancora più bello!”».
Al centro di tutta questa storia, quindi, la capacità di mettere da parte eventuali gelosie, di saper cogliere i suggerimenti, la creatività altrui, di collaborare realmente, mettendo insieme le idee migliori di ciascuno di noi e arrivando, quindi, a creare qualcosa di “ancora più bello”. Una tematica, questa, che ben si collega con l’argomento del brano appena uscito: se tutto sta crollando, se abbiamo la sensazione che l’Italia vada a rotoli, quale potrebbe essere la soluzione? Isolarsi? Oppure imparare a condividere quanto più possibile, nel bene e nel male, con chi ci sta intorno?