Il Re Leone è un film che è uscito al Cinema nel 2019. Lo trovi su Disney + e sulle varie piattaforme in streaming a noleggio. La pellicola andrà in onda in tv stasera, 2 gennaio 2023, su Rai 1 alle 21.25. Di seguito la recensione del lungometraggio.
Il Re Leone: recensione del film del 2019
Il Re Leone di Jon Favreau non è un live action nel senso stretto del termine perché il contesto e i personaggi sono stati realizzati a computer, quindi i soggetti mancano di quell’espressività che ritroviamo invece nel cartone animato. Questo aspetto, però, non rende il rifacimento meno convincente dell’originale, ovvero il cartone del 1994; al contrario gli conferisce una caratteristica nuova.
Il film ci fa tornare bambini rievocando così il sentimento caro ad Ulisse, qual è la nostalgia, che ci permette di percorrere sentieri inesplorati rendendoci sicuramente più autentici. Eppure la pellicola non è evoca solo nostalgia. Infatti il film ci tocca nel profondo, facendo leva con il suo linguaggio archetipico sulle emozioni più ancestrali.
Il leone, simbolo di fierezza e coraggio
Il leone è il re degli animali e su tutte le culture ha esercitato sempre un certo fascino. E` il simbolo della virtù, della fierezza e di quel coraggio che Simba (doppiato da Marco Mengoni) manifesta sin da cucciolo spingendosi oltre la terra del brando con conseguenze disastrose per lui, per suo padre e per tutta la sua famiglia. Pensate a un bambino di un anno… più gli impedisci di andare in un determinato posto e di toccare alcune cose e più la sua curiosità si acuisce, quindi Simba è il nostro lato infantile che, se non adeguatamente guidato (attenzione, non soppresso), può creare solo guai.
I piccoli tuttavia si devono disinteressare delle cose degli adulti, perché hanno altro da fare e dunque… hakuna matata, come suggeriscono Timon (doppiato da Edoardo Leo) e Pumbaa (doppiato da Stefano Fresi) al giovane leoncino (doppiato nei dialoghi da Vittorio Thermes e nella parte cantata da Simone Luè). Stai senza pensieri. Lascia correre. Abbandonati alla vita. E il resto verrà da sé. Simba però non può rimanere cucciolo in eterno, perché suo zio Scar (doppiato da Massimo Popolizio) con l’aiuto delle iene ha reso la terra del branco irriconoscibile, togliendo a quel luogo incantato equilibrio e bellezza.
Le iene, invece, rappresentano il lato oscuro della determinazione, hanno fama di colpire l’avversario nei suoi momenti di debolezza. Simbolicamente sono vigliacche… mediocri, perché non affrontano l’avversario a viso aperto. Ed è infatti ciò che accade nel film. E, mentre Scar è l’Ego e quindi rappresenta il Potere privo delle sue virtù, le iene sono gli arrampicatori sociali.
Espressione e volto della nostra epoca
Un film (soprattutto se della Disney) è espressione della nostra epoca così come un’opera letteraria ed artistica. Pensateci: Il Re Leone è uscito nelle sale nel 2019, proprio quando stava bruciando parte della foresta Amazzonica. Certo la Disney non poteva saperlo ma è da tempo che si avverte un disperato bisogno dell’Occidente di tornare alla Natura e dunque alla semplicità che questa sa dare.
Non è un caso che siano tante le personalità del mondo dello spettacolo a dedicarsi alle tematiche ambientali e non è un caso che, mentre alcuni Governi si disinteressano della questione, il Cinema ripropone i suoi pezzi forti come Il libro della Giungla, Il Re Leone e a breve anche La sirenetta.
Ecco perché i cattivi del remake (rispetto al cartone) fanno più paura ed ecco perché tutti gli animali non hanno più quella luce negli occhi che nel cartoon li rendeva espressivi e felici. Non è solo un fatto tecnico, c’è molto altro per me.
E i personaggi femminili?
Un’altra considerazione voglio farla sui personaggi femminili. Ne La Bella addormentata del bosco dei fratelli Grimm, la principessa sarà svegliata da un principe, invece nel remake de Il re leone è la giovane Nala (doppiata da Elisa Toffoli) a far rinsavire Simba. Significativo, non trovate?
Nala è una leonessa coraggiosa che non sta lì a guardare come le altre ma agisce. E’ la donna di oggi, consapevole dei propri diritti e delle proprie emozioni, anche di quelle più viscerali che non rinnega perché sa trasformarle in perle autentiche. Nala – che da piccola conosceva i suoi limiti meglio di Simba – è acerba ma sicura di sé.
E Mufasa? Il re ha sicuramente bisogno di un successore, si mostra stanco anche se il suo fascino è ancora immutato. Mufasa (doppiato da Luca Ward) non è cambiato rispetto al 1994. Sa essere un esempio per il suo cucciolo e, oltre a fargli da guida, si diverte con lui.
Insomma il remake de Il re leone mi è piaciuto perché è specchio e figlio dei nostri tempi. Ma mi è piaciuto anche per quell’inusuale lacrima che mi è scivolata sulle guance quando ho sentito cantare Il cerchio della vita. Il brano ha rievocato in me quella sensazione di speranza in un’umanità incerta, arrabbiata ed ancora in balia di un ego smisurato che distrugge la Terra di cui tutti noi facciamo parte! Maria Ianniciello