Luciano Ligabue torna con “Il sale della terra”, un brano ruvido e graffiante, in cui ogni frase è una critica mirata, a volte ironica a volte decisamente meno, ed è accompagnata dall’ormai riconoscibile rock dell’artista di Correggio. Il singolo, disponibile da oggi su Itunes e dal 24 settembre nei negozi su cd singolo e 45 giri, anticipa il nuovo album di inediti in uscita il prossimo 26 novembre ed è accompagnato da un video ambientato a New York. Prodotto da G.Battista Tondo per Eventidigitali Films e montato da Riccardo Guernieri, il video clip è popolato da infiniti volti di persone intente a vivere la loro vita senza fermarsi a riflettere mentre in basso le parole della canzone scorrono via come un incessante bollettino di notizie.
Il sale veniva usato in antichità per rendere sterile la terra, desertificandola, come ad esempio accadde nel caso degli antichi romani con Cartagine. Ecco perché il brano di Ligabue assume, quindi, una fortissima connotazione sociale, già a partire dal titolo, in qualità di critica ad un’umanità ormai allo sbando. Una fedele fotografia ritmata del genere umano che si crede “furbo che più furbo di così si muore”.
“Siamo la promessa che non costa niente”, picchia duro Ligabue, “ siamo i trucchi nuovi per i maghi vecchi” e ancora” siamo il facile rimedio”, “siamo l’arroganza che non ha paura, “siamo quelli a cui non devi chiedere fattura”. Vergogne, sogni, paure sono nitidi foto ritratti del genere umano sottoforma di parole che, come scaglie di proiettili, si infilzano nel cuore e nella testa di chi ascolta. Ad accompagnarle un sound molto sostenuto mentre sullo schermo appare, insindacabile la nostra definizione di” vergogna che fingiamo di provare” e di “tappeto steso sulla spazzatura” eppure, anche una semplice Montblanc può farci fuori potremmo ancora essere la “sorpresa dietro i vetri scuri”.
Raffaella Sbrescia