Stupisce parlare di Independence Day 2: Rigenerazione e avere (ancora) l’impressione di disquisire di un clone riaggiornato e ancora più mastodontico del primo episodio del 1996 o di tanti altri disaster-movie proliferanti, come spore impazzite, in questi ultimi vent’anni. Il mondo da allora è cambiato, i poteri politici e bellici globali si sono trasformati in nuovi, spesso fallimentari riposizionamenti geopolitici, ma l’ensamble su cui è costruito il modello-base del blockbuster perfetto, tutto muscoli e niente cervello, è rimasto tale e quale, imbrigliato in una corazza simile agli esoscheletri dentro i quali sono stipati i temibili alieni dei film. Tutto vecchio e già detto insomma, nessuna apertura verso qualche forma embrionale di originalità. Sulla base di una minimale utopia narrativa (strano a dirsi, vista l’ingente sequela di nomi alla sceneggiatura, tra cui il demiurgo Roland Emmerich e Dean Devlin), il mito dello sbarco extraterrestre azzera il tempo della storia dell’ultimo ventennio e riparte dalle ceneri di un mondo distrutto sopra le quali svetta comunque l’eroe umano (occidentale naturalmente) che ha sconfitto le truppe di mostri galattici e si è unito in un nuovo ordine mondiale per fare fronte comune contro eventuali incursioni del nemico cosmico. Era stato l’ex pilota reduce dal Vietnam Russell Casse (Randy Quaid) a porre fine al dominio in terra degli E.T. nel giocattolone ipertecnologico girato sempre da Emmerich nel 1996, ma ancora le Twin Towers guizzavano alte nel cielo e la potenza mediatica e socio-politica degli Usa era al suo apice. Qualche lettura politica, seppur di superficie, nascosta nel fragore della distruzione più totale in quegli anni era possibile, per giustificare, appoggiare e nel contempo criticare l’America colonialista colonizzata. Oggi, seguendo un riaggiornamento culturale al passo coi tempi, il nuovo film sostituisce l’ex presidente Thomas J. Whitmore (Bill Pullman) con la grintosa presidentessa interpretata da Sela Ward; tornano, della vecchia guardia, lo scienziato Okun (Brent Spiner), il cervellone David Levinson (Jeff Goldblum) e il suo simpatico padre Julius (Judd Hirsch), mentre, scomparso in un incidente Hiller, l’eroe militare interpretato da Will Smith, subentra il figlio Dylan a catapultarsi nel trionfalismo bellico per salvare di nuovo l’umanità. Un ruolo centrale lo avrà anche l’ex presidente Whitmore, ritiratosi in solitudine e accudito dalla figlia Patricia (Maika Monroe), compagna del nuovo eroe della saga Jake Morrison (Liam Hemsworth). Nel nuovo mondo che ha già conosciuto la furia dell’invasore e ha studiato per anni la sua tecnologia per potersi difendere all’occorrenza, ci si prepara alla nuova, violenta invasione che metterà a dura prova le Nazioni unite contro il comune nemico, pronto a seminare nuovamente panico e distruzione.
Independence Day 2: Rigenerazione non si discosta in nulla dal canone del blockbuster fracassone in cui la sovrabbondanza di effetti speciali crea un godimento estetico che deve bastare a se stesso, non potendo essere sostenuto da una salda trama portante e da originali guizzi di sceneggiatura con sottotesti allegorici o metafore politiche. Nella seconda metà degli anni Novanta, tre furono i capisaldi del cinema-spettacolo grondante patriottismo e morale fallocentrica a stelle e strisce: “The Rock” e sul versante più fanta-apocalittico, “Independence Day” e “Armageddon”, titoli destinati a diventare cult assoluti in virtù della loro finalità primaria legata a un intrattenimento muscolare fatto di montaggi iperveloci e scene di grande impatto visivo. Ma c’è una differenza sostanziale tra la fantascienza di Michael Bay e quella di Roland Emmerich, almeno nei film creati nel 1990, quando il cinema funzionava benissimo come macchina di intrattenimento puro senza paura di incappare in facili retoriche superomistiche: “Independence Day” ha innovato l’immaginario fantascientifico con una rivoluzione non solamente visiva, ma anche propagandistica, grazie alla massiccia campagna pubblicitaria con tanto di sovraesposizione di manifesti con i più importanti monumenti americani distrutti dagli alieni; “Armageddon” invece è l’esempio più adatto di un’esaltazione eroica formato famiglia, di un’avventura ai limiti dell’umano che oltre a tenere incollati alla poltrona ha saputo rassicurare gli spettatori con i suoi luoghi comuni eretti a paradigma: famiglia, onore patriottico, coraggio. Elementi che non mancano neanche nel film di Emmerich, ma che appaiono giustapposti a una rivisitazione esasperata della mitologia extraterrestre e della leggenda statunitense. Il senso di rifare, oggi, un film quasi analogo, cambiando qualche personaggio, facendone giungere dei nuovi e portando l’azione a mille giri ingigantendo notevolmente il tutto con una battaglia terrestre contro un maxi-alieno, non si comprende appieno.
Approssimativo nella scrittura e con anonime sequenze-riempitivo, Independence Day 2: Rigenerazione rischia seriamente di scontentare anche lo zoccolo duro dei fan, perché ripete se stesso senza osare di più, fino a un epilogo al fulmicotone che comunque, per spettacolarità, ritmo e picchi di tensione, non potrà lasciare indifferenti e che rappresenta la parte più riuscita. Ecco la trama del film: Anno 1996. Gli alieni sono stati sconfitti e ricacciati sul loro pianeta d’origine dopo il tentativo di impossessarsi della terra grazie ad un attacco congiunto. Anni dopo l’ex presidente degli USA Thomas J. Whitmore ha lasciato la carica alla determinata e combattiva Elizabeth Lanford, mentre l’uomo, stanco e provato dalla resistenza contro il nemico, è accudito dalla figlia Patricia e lancia moniti continui al mondo sul possibile ritorno dei mostri con l’esoscheletro. A partire dal 1997 il mondo viene ricostruito, pezzo dopo pezzo, ma Las Vegas rimane un museo a cielo aperto fatto di rovine e macerie, per ricordare quello che è stato il 4 luglio 1996. David Levinson, l’eroe geniale che insieme al colonnello Hiller si era intrufolato nella nave madre e aveva salvato il mondo, è il direttore dell’Earth Space Defense, mentre in altri luoghi, come nella Repubblica di Umbutu in Africa Centrale, alcune sacche di resistenza respingono l’aiuto delle Nazioni Unite per paura di una colonizzazione. Gli alieni fanno poi la loro ricomparsa nei sistemi di rilevamento orbitali e si preparano nuovamente ad una lotta per la conquista del genere umano. Toccherà a un ristretto numero di eroi, tra cui Jake Morrison e il figlio di Hiller, Dylan, salvare il mondo. Di seguito alcune immagini di Independence Day 2: Rigenerazione e il trailer.