Intervista ai Foja: “Dimane torna ‘o sole”

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Foja

“Dimane torna ‘O Sole” è il  secondo disco dei Foja, una meritevole band dell’underground campano. Dario Sansone (autore dei testi e chitarra acustica), Ennio Frongillo (chitarra elettrica), Giuliano Falcone (basso) e Gianni Schiattarella (batteria) raccontano l’animo del nostro tempo attraverso 13 brani autentici e arricchiti da sonorità miste ed eterogenee. Sono tantissimi gli artisti che hanno partecipato alla realizzazione di questo bel disco: Fabio Renzullo, Mattia Boschi (Marta sui Tubi) Luigi Scialdone e Antonio Fresa, Claudio Domestico Gnut, Francesco Di Bella, Emidio Ausiello, Guido Russo, Francesco Villani, Marcello Giannini, Ilaria Graziano, Giuseppe Fontanella, Gino Fastidio, Libera Velo.Il disco ispira l’ascoltatore come saprebbe fare un viaggio  in diversi universi sonori caratterizzati da un unico filo conduttore: la  speranza.

 

Foja significa foga, energia che ribolle. Da cosa nasce la vostra energia e cose intendete trasmettere attraverso la vostra musica?

Passare mezza giornata con noi sarebbe più che sufficiente per capire cosa significa essere Foja, siamo iperattivi e pensiamo che attraverso la centrifugazione di questa energia possa passare qualcosa. La verità è che fin quando rimani fermo non succede niente. Noi facciamo anche altri  lavori e fatichiamo molto per portare il nostro messaggio in giro: non è facile fare musica, guadagnare poco e soprattutto cantare in lingua napoletana. Si tratterebbe, in realtà, di un vuoto perdere però godiamo di un supporto umano che ancora ci sconvolge e,  a prescindere da chi ci ascolta,  è sempre bello stare insieme e suonare tra noi.

Quanto pesa essere definiti gli eredi del “Neapolitan power”?

Ovviamente tutti noi abbiamo degli ascolti che si riferiscono a quel periodo musicale quindi questo tipo di accostamento ci lusinga e ci onora e lo riteniamo importante  ma non ci sentiamo in dovere di caricarci di questa responsabilità. Da parte nostra c’è la consapevolezza del fatto che non possiamo paragonarci a quel fenomeno musicale innanzitutto perchè i tempi sono cambiati ma anche perché noi siamo diversi e lo è anche il nostro modo di scrivere e lo sono anche le nostre argomentazioni. Questa è una città che guarda troppo spesso al suo passato senza pensare né all’ oggi né al domani e forse è il momento di svegliarsi un attimo,  infatti “Dimane torna o sole”.

foja 2“Dimane torna o’sole” è il titolo del vostro nuovo disco. Questa frase è più un’affermazione o una speranza?

Si tratta di un’affermazione, seppur controversa. “domani ritorna il sole” è come  dire che ci sono delle cose positive che ritornano sempre, è impossibile ci siano solo sofferenza e fatica eterna, senza speranza non ci sarebbe proprio motivo di esistere.

Che ruolo svolge il tempo il queste nuove canzoni?

Tutto il concept dell’album, che non era premeditato, è arrivato dopo la rilettura totale di tutto il disco quando ci siamo accorti che le canzoni erano come tante perline e che serviva un filo per fare questa collana. Il tempo quindi è presente sia come attesa in “Donna Maria” sia come meteorologia nel titolo dell’album ma anche nella canzone “Maletiempo”. La cosa ci ha sorpreso perché vuol dire che alcune cose vengono artisticamente fuori da sé e si riesce a fare quadrato su una qualcosa di puramente istintivo.

In “Dimane torna o’sole” c’è un melting pot di suoni. Come sono nate delle composizioni cosi eterogenee?

Durante l’arrangiamento dei pezzi, abbiamo pensato a quale fosse l’abito migliore per ciascuna canzone capendone le atmosfere e cercando qualcosa che potesse contribuire a realizzare quello che avevamo  in mente. Abbiamo quindi unito le sonorità che ricordavano la vecchia Napoli con il rock del nostro tempo infatti nel disco si possono ascoltare i tamburi a cornice suonati da Emidio Ausiello. Diciamo che in questo secondo album ci siamo presi molta più libertà e replicheremo questa cosa anche nel live con la presenza di  Luigi Scialdone che suonerà tanti strumenti insieme a noi. Abbiamo colorato ogni canzone con tutto quello che ci passava per la testa senza perdere, tuttavia, il sound che ci contraddistingue e questo è stato divertentissimo.

In un periodo di forte confusione esistenziale quanto e fino a che punto ci si deve accontentare? Da che parte è meglio stare e quanto è importante rischiare?

Rischiare è quello che facciamo ogni giorno ed è fondamentale perché in questo periodo si sono perse tutte le certezze che fino a 20 anni potevano dare sicurezza ad un essere umano per la sopravvivenza. Oggi nemmeno chi lavora in banca è più sicuro del proprio futuro, quindi magari gli artisti che sono abituati a districarsi nella crisi e nell’incertezza quotidiana sono quelli che hanno più soluzioni per la sopravvivenza in questo momento. Nello scegliere tra una vita di schiavitù e un sogno alla fine conviene sempre seguire i propri sogni.

“Maletiempo” è un western di mare o d’amore?

Di amore e di mare. È una canzone scritta d’istinto la cui atmosfera è stata suggerita dal banjo. Anche in altre canzoni sono stati gli strumenti ad ispirarci come è accaduto, ad esempio, in “’A malia” con l’ukulele oppure in “Fesso e cuntento” in cui è presente il loud, uno strumento nordafricano.

Come e quando potremo ascoltarvi dal vivo?

Il primo concerto, con la presentazione dal vivo dell’album, ci sarà il prossimo 13 dicembre alla Casetta della Musica di Napoli. Vi aspettiamo in tanti!

 Raffaella Sbrescia

 

Foja “‘A malìa” From the original soundtrack “L’arte della felicità”

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