Perché devo andare a vedere l’ennesimo documentario su Leonardo da Vinci? Mi sono chiesta mentre guardavo il trailer di Io, Leonardo. E perché devo con questa recensione consigliarlo a te che mi leggi?
Togliendo il termine dovere, resta solo il piacere della scoperta che ti conferisce un viaggio del genere che, seppur virtuale, diventa appassionato ed appassionante come la vita del genio di Vinci. Questo, per esempio, è uno dei motivi per cui bisogna vedere il film. Però non temere… ce ne sono molti altri.
Tutto il film è dominato dai quattro elementi tuttavia, sin dalla prima sequenza, è il fuoco che regna sugli altri, forse perché la motivazione è mantenuta in vita proprio dalle fiamme della passione.
Eppure, Leonardo si rifugiò nel razionale e nella conoscenza, cercando di trarre esempio dagli antichi e portando comunque tante novità nel campo della pittura.
Fu affascinato, inoltre, dalla scienza e in modo particolare dall’anatomia, tanto che considerò l’essere umano un microcosmo nel macrocosmo. Lo collocò tuttavia al centro, tra cielo e terra. La natura fu, però, la sua musa ispiratrice.
Il regista Jesus Garces Lambert – che ha curato anche la regia di Caravaggio, l’anima e il sangue – decide di porre sullo sfondo sia la vita che le opere mettendo al centro le emozioni che Leonardo non si concesse mai di esprimere fino in fondo. A differenza di come fece, per esempio, Michelangelo Merisi.
Basti pensare che l’unica cosa che Laonardo scrisse quando morì la madre (era nato fuori dal matrimonio e la donna, per farlo studiare, lo aveva lasciato con il padre benestante) fu un elenco sterile di spese funerarie.
Gli sceneggiatori, Sara Mosetti e Marcello Olivieri, compiono dunque un’operazione geniale dando spazio alle fragilità dell’uomo e alle ossessioni. Infatti, era così geniale che si disperdeva in ciò che faceva. I suoi mecenati non lo capirono mai abbastanza perché non sempre portava a compimento le opere commissionate. Ci mise infatti oltre un decennio per finire L’ultima cena e non realizzò mai il cavallo di bronzo.
Leonardo fu probabilmente segnato da un episodio giovanile, quando dovette sostenere un processo per sodomia. E, forse, per questo motivo si rifugiò nella ragione dato che gli istinti erano imprevedibili e le vie del cuore portavano solo sofferenze. La conoscenza lo avrebbe forse salvato?
Io, Leonardo è un film di ultima generazione che ci fa riflettere su questi ed altri aspetti. La pellicola è coinvolgente tanto da togliere il fiato e lasciarci incantati, quasi estasiati, proprio come i soggetti dei dipinti leonardeschi, figure eteree e movimentate, sicuramente non quanto quelle di Caravaggio ma pur sempre in movimento.
Luca Argentero è poi impeccabile nel suo ruolo, come lo è anche Francesco Pannofino, voce narrante del film. Le parole diventano musica per le mie orecchie ed apprezzo ancor di più la Lingua italiana.
E infine… le opere e le città di Firenze e di Milano: tutto è creato per stupire. Ed è quello che Leonardo continua a fare: ci stupisce con il suo talento e la sua immane curiosità.
Il film è una produzione Sky Arte ed è stato girato in occasione dei 500 anni della morte dell’artista. Un plauso anche a Massimo De Lorenzo (Ludovico il Moro), Angela Fontana (Cecilia Gallerani) e a tutti gli Enti coinvolti. Marica Movie and Books