Il Moon Landing World Tour 2014 ha fatto tappa ieri sera a Milano.
Ad accogliere Mr James Blunt, un Mediolanum Forum gremito all’inverosimile.
Tanto calore, applausi e sorrisi in una serata magica e all’insegna della buona musica. Il cantautore e musicista britannico ha iniziato puntualissimo la sua performance, regalando un’ora e 40 minuti di emozioni e poesia con l’aggiunta di quel pizzico di follia che non guasta mai. Sì, perché Sir Blunt non è il tipo freddo e british che tutti crediamo. Durante il concerto si è concesso più volte al pubblico adorante, lanciandosi sulla folla, abbracciando ragazzi e ragazze del parterre, correndo in perfetto stile maratoneta dal palco alla platea. Insomma, un personaggio che non ti aspetti, un artista dalle mille risorse. L’ex soldato della Regina, vestito con la divisa da astronauta pronto per lo sbarco sulla Luna, ha iniziato il live di Assago con la splendida “Face The Sun”, pezzo del nuovo album di inediti “Moon Landing”. La selezione di brani per la serata milanese è stata molto equilibrata: sette canzoni estratte dal recente disco, sei quelle del best seller Back To Bedlam, mentre da All The Lost Soul (2007) cinque tracce. Some Kind Of Trouble è il lavoro meno presente nel live, solo quattro pezzi in scaletta.
“Billy’s leaving today (don’t know where he’s going). Holds his head in disgrace (he can’t escape the truth). He knows the price that he’s paid”. Così James introduce la splendida Billy, dopo aver coccolato le migliaia di persone del Forum con altri due brani delicati e commoventi (“I’ll Take Everything” e “Blue On Blue”). Suggestive, quasi ipnotiche, le immagini proiettate alle spalle di James e della sua band (composta da quattro ottimi musicisti). Foto e video in sequenza su tre schermi (uno enorme centrale e due più piccoli laterali), a completare un quadro a dir poco perfetto. Dopo un inizio tutto cuore e sentimento, l’artista dagli occhi di ghiaccio, che imbraccia la chitarra come fosse un fucile, si è cimentato con una bella versione di “Wiseman” per poi intonare “These Are The Words”. Voce impeccabile la sua: ascoltare dal vivo Blunt è un’esperienza incredibile perché coinvolge contemporaneamente tutti i sensi e ti rapisce dall’inizio alla fine, senza soste, senza tregua. L’energia di James è contagiosa: dialoga divertito col pubblico, lo incita a saltare sui pezzi più ritmati o ad accendere i cellulari per illuminare il forum e creare una scenografia da sogno. Saltella sul palco, talvolta mentre suona la chitarra, altre volte con l’ukulele in mano. Si scatena col pianoforte, in piedi, seduto o con le gambe in aria. Incontenibile. Tarantolato.
Il momento più bello e sentito del concerto è stato l’omaggio a Whitney Houston con il brano, dal testo forte e drammatico,“Miss America”. Grande festa e cori da stadio per le hit di James Blunt: “High”, “Goodbye My Lover”, “You’re Beautiful”: tutti in piedi, a cantare e sognare, stretti a lui in un unico grande abbraccio. Divertente e coloratissima la versione di “Postcards”, con immagini di cartoline e scatti di città diverse nel mondo, a rappresentare il lungo cammino intrapreso dal cantante da quando ha smesso di impugnare il mitra per dedicarsi, anima e corpo, al suo più grande amore: la musica. James trasuda (e suda tanto!) allegria e soddisfazione da ogni parte: sguardo fiero, attento, sorriso sincero, gesti talvolta un po’ rigidi che testimoniano il suo passato di militare ma che non nascondono il cuore grande e appassionato dell’uomo che è oggi.
Il finale è tutto per la nuova “Bonfire Heart”, splendido singolo che ha lanciato l’ultimo album di successi di James Blunt e che lo ha riportato tra i Big della musica mondiale, dopo un periodo non facile e un disco (il terzo) poco fortunato, passato quasi inosservato. La grande serata al Forum si è conclusa in bellezza con “1973”, altra hit dell’inglese, fresca e ritmata, dedicata a Simona, una donna speciale incontrata ad Ibiza qualche anno fa.
Silvia Marchetti