Al Teatro Trianon di Napoli, mentre continua il successo della tradizionale Cantata dei Pastori di Peppe Barra, in scena fino a mercoledì 2 gennaio prossimo, si annuncia il concerto del trio jazz Bonaccorso–Taufic–Bosso giovedì 3 gennaio alle 21. L’ultima proposta artistica del contrabbassista Rosario Bonaccorso porta in sé l’antico tema del viaggio, tema ispiratore al quale è molto legato il musicista siciliano. Compagni di tour il trombettista Fabrizio Bosso e il chitarrista brasiliano Roberto Hasbun Taufic.
In mezzo c’è solo il mare è un concerto composto da quadri sonori, pagine dalle suggestive melodie che si susseguono in una successione quasi geografica. Partendo dal suono della nostra Europa, Bonaccorso si fa ispirare dalle fascinose melodie e dal suono di terre lontane da noi ma divise solo dal mare. «Un tempo il mare era un ostacolo – spiega il contrabbassista – un invalicabile divisore delle genti e delle culture che la musica, con la sua forza, ha sempre oltrepassato agevolmente». In questo itinerario – in cui è molto forte l’elemento melodico, sempre presente nelle composizioni di Bonaccorso fino a rappresentarne la firma stilistica – si approda così in Brasile, per ripartire per il Messico e arrivare fino al nord Africa. Inoltre, fino a mercoledì 2 gennaio prossimo, con una sola giornata di riposo prevista per oggu, continua, come accennato, La Cantata dei Pastori di Peppe Barra. Tutte le rappresentazioni sono alle 21, tranne domenica 30 dicembre in cui la recita è pomeridiana, alle 18. Questa produzione storica di successo del teatro della musica a Napoli si è aggiudicata nel 2004 il prestigioso premio Eti – gli Olimpici del Teatro come migliore commedia musicale, anche grazie all’apporto delle belle scene di Lele Luzzati, che così ha firmato uno dei suoi ultimi lavori.
La Cantata dei Pastori ha un titolo lunghissimo e barocco, ma è universalmente nota con questa abbreviazione d’uso. Vi si narrano le vicissitudini di Maria e di Giuseppe nel loro viaggio verso Betlemme, le insidie dei Diavoli che vogliono impedire la nascita del Messia, la loro sconfitta ad opera degli Angeli e l’adorazione di personaggi presepiali, quali pastori, cacciatori e pescatori.
Scritta nel 1698 da Andrea Perrucci, da allora è continuamente rappresentata, rimaneggiata e riscritta. Non c’è Natale senza la Cantata dei Pastori e non c’è Cantata senza Peppe Barra. Nel tempo la rappresentazione si è collocata tra rito e teatro, ogni compagnia di quartiere, di paese, di parrocchia, ha elaborato una propria tradizione interpretativa. Ultima e più illustre di tutte quella di Peppe Barra, che aveva già interpretato la Cantata a fianco della madre Concetta, nel ruolo di un irresistibile Sarchiapone (dopo essere stata l’Angelo nella versione di Roberto De Simone alla fine degli anni Settanta).
Oggi con Peppe Barra la Cantata continua il suo percorso secolare, sacro e profano, tra tradizione e contemporaneità con i due personaggi principali che affrontano le peripezie con gli espedienti di sempre: Razzullo, uno scrivano inviato in Palestina per il censimento della popolazione, popolano affetto da fame atavica e incapace di svolgere un lavoro stabile, cui si affianca Sarchiapone, un barbiere matto in fuga, omicida per pura distrazione, rispettivamente interpretati dallo stesso Barra e da Salvatore Esposito.
Gli altri interpeti sono Maria Letizia Gorga, nei ruoli della Zingara e dell’Angelo, Francesca Marini, che è la Madonna e il pastore Benino, Giacinto Palmarini, Asmodeo e Plutone, Patrizio Trampetti, il Cacciatore e il Diavolo oste, Peppe Celentano, Armenzio, Sandro Tumolillo, il Pescatore, Gabriele Barra, Giuseppe, e Ciro Di Matteo, il Diavolo mangiafuoco.
Le musiche sono di Roberto De Simone, Lino Cannavacciuolo, Paolo Del Vecchio e Luca Urciuolo e sono eseguite dal vivo da Paolo Del Vecchio (chitarra e mandolino), Agostino Oliviero (mandolino e violino), Giorgio Mellone (violoncello e chitarra), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luigi Pelosi (contrabbasso), Salvatore Pelosi (basso acustico), Ivan Lacagnina (percussioni) e Luca Urciuolo (direzione musicale e tastiere).
I costumi sono di Annalisa Giacci e le coreografie di Fanny Gombert.