«Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola, mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi “felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita» così era John Lennon, uno dei 100 migliori cantanti di tutti i tempi. Assassinato l’8 dicembre del 1980, mentre era in compagnia della moglie Yoko Ono, Lennon ha lasciato un grande vuoto nel mondo della musica e nei cuori di milioni di persone che, ancora oggi, trovano nelle sue parole e nelle sue composizioni musicali fonte di ispirazione ed incoraggiamento per affrontare un triste oggi ed un incerto domani. “Sognatore per eccellenza” John, pilastro dei Beatles dal 1962 al 1970, fu un artista a 360 gradi: autore di disegni e testi poetici, nonché fervente attivista politico. Gli anni ’60 furono in assoluto i più frenetici per lui e, quando nel 1968 divorziò dalla prima moglie Cynthia Powell, dopo essersi innamorato dell’artista giapponese d’avanguardia Yoko Ono, John intraprese un percorso artistico e professionale spesso oltre le righe e a volte inconcludente. Parallelamente, cominciò a svilupparsi in lui un’accentuata vena polemica, in forte contrasto con le autorità politiche dell’epoca e a favore di cause pacifiste ed anticonvenzionali. Seguirono scandalose copertine e “bed-ins” di protesta. Amico di reporter, fotografi ed autorevoli esponenti dello scenario culturale a lui contemporaneo, John cadde in una spirale nevrotica, abrasiva, controversa: composizioni avant-gard, riflessioni disilluse, amari autoritratti testimoniano una grande fragilità emotiva che, attraverso una altrettanto intensa sensibilità, lo ha reso un’icona immortale.
Video: “Imagine”