Andrea Di Stefano è tra i migliori registi italiani. Dopo Escobar -Paradise Lost (2014) e The Informer – Tre secondi per sopravvivere (2019), il regista e attore e sceneggiatore romano, è tornato sul grande schermo con il noir ‘L’ultima notte di Amore’ che annovera come protagonista uno straordinario Pierfrancesco Favino. Presentato in anteprima mondiale al Festival internazionale del Cinema di Berlino, il lungometraggio è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 9 marzo 2023.
‘L’ultima notte di Amore’: recensione e trama
Siamo a Milano, la macchina da presa con una panoramica definisce subito il contesto. E’ notte, perché le cose brutte, da occultare e nascondere, accadono di notte. Franco (Pierfrancesco Favino), che di cognome guarda caso fa Amore, è un nuovo mite, è un poliziotto che è convolato a seconde nozze con una donna calabrese, Viviana (Linda Caridi). Scopriamo subito che ha una figlia avuta dal matrimonio precedente e che sta per andare in pensione.
La moglie gli ha organizzato una festa a sorpresa. E, mentre arrivano gli invitati nell’appartamento di Franco, i personaggi che saranno funzionali al dipanarsi della storia compariranno gradualmente, tra questi ci sono il figlioletto del caro amico nonché collega Dino (Francesco Di Leva) e Cosimo (Antonio Gerardi), il cugino della moglie Viviana.
Quando Franco entra in casa, viene accolto con entusiasmo. Lui però è turbato. Piange. Sembra emozionarsi con una certa facilità. Poi, una telefonata del capo che gli dice che qualcosa di grave è accaduto. Si reca di corsa in tangenziale dove trova il suo amico nonché collega Dino steso sull’asfalto. E’ morto, scopriamo più tardi, a causa di una sparatoria. Con un montaggio ben fatto, gli spettatori vengono condotti indietro nel tempo, a dieci giorni prima. E piano piano si scopre il bandolo della matassa.
Uno strepitoso Favino…
L’ultima notte di Amore è un noir molto avvincente. Grazie all’interpretazione di Pierfrancesco Favino, che rende incisivo e credibile il suo personaggio, la pellicola apre a più riflessioni anche sull’onestà e sul coraggio, perché in una società come la nostra ci vuole più coraggio ad essere onesti che ad infrangere le regole. Franco non ha mai trasgredito, il fatto che non abusi del potere conferitogli dal distintivo e dalla divisa (che qui guarda caso non indossa) lo rende un debole agli occhi altrui.
Si dice che chi nasce tondo non possa morire quadrato, intendendo che è impossibile andare contro la propria natura. Il personaggio di Favino è fedele a se stesso e per questo è un eroe dei nostri giorni, che non rinnega la paura, né le sue fragilità. Anzi, ne trae forza. Insomma, Andrea Di Stefano confeziona un bel film, che con le atmosfere del noir e il rosso fuoco del thriller di ultima generazione non passa inosservato. Maria Ianniciello