La Bella e la Bestia: recensione e trama della pellicola

Le origini delle favole e delle fiabe si perdono nella notte dei tempi, quando le storie erano tramandate oralmente di generazione in generazione, confondendosi spesso tra loro. Animali alati, boschi misteriosi, foreste oscure, principi e principesse, matrigne cattive e streghe… avevano un significato metaforico: spesso alcune di queste storie simboleggiavano l’iniziazione della fanciulla, che da bambina si trasformava in una donna proprio attraverso il ciclo mestruale; il menarca (cioè la prima mestruazione) era indice di fertilità. La bambina diventava veramente adulta quando si allontanava dalla casa paterna per incontrare l’uomo che le avrebbe fatto conoscere l’Amore autentico. Come accade a Psiche che, attraverso Amore, si ricongiunge con il divino che è dentro di lei. Le fiabe della Letteratura Europea, nonostante s’ispirino spesso alla mitologia greco-romana, si sono trasformate nel corso dei secoli, adattandosi ai tempi. La loro funzione dunque cambia in base all’epoca; e quindi capita che una storia appassionante, come quella de “La Bella e la Bestia”, ritorni sul grande schermo, dopo ventitré anni dal cartone animato della Disney, con un altro intento: quello di stupire lo spettatore con gli effetti speciali.

la bella e la bestie

Nel film, diretto da Christophe Gans, l’amore tra una creatura bellissima e la Bestia passa così in secondo piano rispetto alle scenografie che conducono lo spettatore in posti eterei, quasi senza tempo. Luoghi meravigliosi. La pellicola, uscita nelle sale cinematografiche italiane il 27 febbraio 2014, si rifà alla versione di Madame di Villeneuve, colmando alcuni vuoti de “La Bella e la Bestia” di Cocteau, film del 1946. Belle (Léa Seydoux) è la figlia più giovane di un mercante, caduto in rovina, che nel tentativo di riscattare la propria nave carica di merci si ritrova a girovagare per la foresta coperta di neve. L’uomo approda così in un castello abbandonato, dove trova delizie per il suo stomaco affamato e un sarcofago carico di gioielli, ma è sulla via del ritorno, proprio nel giardino dell’imponente maniero, che il mercante compie un gesto che gli cambierà la vita: ruberà una rosa rossa per Belle. Ed è a questo punto che compare la Bestia (Vincent Cassel), la quale lo condannerà a morte, ma non prima di aver consegnato nelle mani della sua giovane figlia il bellissimo fiore. Belle decide, però, di prendere il posto dell’anziano padre e si consegna nelle mani della Bestia.

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Nel castello la vita della giovane trascorre tra il bisogno di scoprire i segreti di quel luogo incantato e le serate passate a tavola con il “mostro”, ma ogni notte in sogno un pezzettino del passato di quella creatura così brutale le viene svelato, facendole capire che non tutto ciò che i nostri sensi percepiscono è realtà. La Bestia incontra la fanciulla pura e ritrova la propria anima umana, che vagava errante annebbiata dall’odio, mentre Belle diventa donna. Un momento catartico, dunque sia per l’uomo, sia per la donna, ma che in questo film perde di valore, forse perché si è voluto dare più spazio alla forma in un’epoca in cui l’essenza delle cose conta meno della spettacolarizzazione… m.i.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=wi8SITcbBuE

 

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