Quando recitò nel 2016 in La La Land, Emma Stone aveva 28 anni e una carriera come attrice quasi ventennale. Aveva più o meno la stessa del regista Damien Chazelle che vide in quella ragazza determinata il volto ideale per la sua Mia Dolan.
Chazelle aveva vinto ben tre Oscar con Whiplash e con La La Land tentò un’operazione quasi impossibile: rileggere in chiave moderna il musical classico. Il film fu acclamato dalla critica e il pubblico lo adorò. L’Academy gli conferì nel 2017 sei delle quattordici statuette per cui fu nominato.
La pellicola si aggiudicò infatti il premio per la Miglior Regia, per la Migliore Attrice Protagonista (Emma Stone), per la Miglior Fotografia, per la Miglior Scenografia, per la Miglior Colonna Sonora e per la Migliore Canzone Originale (City Of Stars).
Emma Stone, visibilmente emozionata, fu premiata da Leonardo Di Caprio e dedicò il prestigioso riconoscimento alla sua famiglia ringraziando tutti gli attori, la produzione e il suo partner nel film, Ryan Gosling, anche lui candidato come Migliore Attore Protagonista.
La La Land andrà in onda in prima visione su Rai 1, questa sera, 6 novembre 2019 alle 21.35. Per i motivi sopra menzionati e per tutto ciò che leggerete nella recensione vi consiglio di non perderlo. Di seguito anche la trama.
La La Land: recensione
In La La Land i sogni son desideri. Il film riabilita un genere da troppo tempo in crisi, innovando con gusto ed eleganza senza rinunciare ai dettami della tradizione, proprio come si accinge a fare Sebastian (Ryan Gosling), il protagonista del film, che – dopo anni trascorsi da squattrinato – decide di non rimpiangere più il passato glorioso per fare un nuovo tipo di Jazz, più giovanile, più in linea con i tempi che cambiano.
La La Land conserva la freschezza e la semplicità dei Musical vecchio stile (come Cantando sotto la pioggia, Tutti insieme appassionatamente e Grease) con una modernità dirompente grazie agli straordinari effetti speciali che rendono magica una storia semplice, nella quale i sogni ogni tanto diventano realtà soprattutto se ci si fa guidare dall’Amore.
E se da un lato La La Land convince in tutti i suoi aspetti – dalla scenografia ai costumi passando per la colonna sonora per arrivare alle coreografie – è nella regia e nella sceneggiatura di Damien Chazelle che il film eccelle.
Gli intensi primi piani, in stile anni Quaranta, ci riportano indietro nel tempo facendoci rivivere la delicatezza di emozioni spesso soffocate: la dolcezza di un incontro, l’appuntamento al cinema, il primo bacio e la paura della perdita.
La storia è metaforicamente inquadrata nelle quattro stagioni che segnano l’inizio e forse, si potrebbe pensare (chi lo sa, lo scoprirete solo in sala) il tramonto di un sentimento intenso e magico.
La trama di La La Land
Mia (Emma Stone) lavora a Hollywood come cameriera e tra un provino e l’altro una sera incontra Sebatian, talentuoso ma ribelle pianista. Lo sente suonare e se ne innamora perdutamente.
Lui ha il desiderio di aprire un locale Jazz tutto suo; lei vuole diventare attrice. Sono accomunati da un sogno e la forza del loro sentimento li sprona a intraprendere percorsi inesplorati.
L’elogio della pazzia…
La La Land è, dunque, un elogio della pazzia, tanto per citare il libro di Erasmo da Rotterdam, perché soltanto i folli hanno il coraggio di credere nei sogni e perseguirli ma è anche un viaggio – forse unico per la nostra epoca – tra i confini del Cuore, il solo che sa portarci sulle Stelle.
Il poeta libanese Khalil Gibran scriveva: “(…) Quando l’amore vi fa cenno, seguitelo, benché le sue strade siano aspre e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui, benché la spada che nasconde tra le penne possa ferirvi. E quando vi parla, credetegli, anche se la sua voce può mandare in frantumi i vostri sogni come il vento del nord lascia spoglio il giardino. Perché come l’amore v’incorona così vi crocifigge. E come per voi è maturazione, così è anche potatura (…)”.
I due protagonisti di La La Land imparano la dolorosa arte di amare, perché l’amore è evoluzione: ci aiuta ad abbracciare il nostro destino e a conoscere la nostra missione.
Di conseguenza nessun legame è fallimentare di per sé se all’occorrenza sappiamo distaccarcene senza voler per forza di cose possedere l’altro.
Il messaggio della pellicola non è solo racchiuso in questo concetto… in verità è molto di più, e lo spettatore potrà dare la sua personale interpretazione, gustandosi un nuovo capolavoro della settima arte, reso tale anche dalla più che convincente prova attoriale di Gosling e Stone, che hanno saputo creare una magica alchimia.
Da vedere, assolutamente. Di seguito il trailer e la colonna sonora che potete ascoltare per intero.