Il Dark Universe spalanca le porte ad un male antico e inestinguibile. La Mummia di Alex Kurtzman è al cinema dall’8 giugno 2017.
La Mummia, recensione
L’operazione messa in campo da Universal è ambiziosa, di proporzioni mastodontiche e non troppo originale, cocktail che di questi tempi rappresenta l’età dell’oro per le major nell’era del franchise e dello storytelling condiviso ed espandibile. Con la speranza di contrastare il successo degli altri universi espansi Dc e Marvel, lo studio cinematografico americano è pronto ad estrarre dal calderone ribollente le iconiche mitologie dei suoi mostri storici mescolando, in uno scoppiettante amarcord, mummie e uomini lupo, esseri invisibili e creature della laguna nera.
La Mummia, disastroso inizio stando al parere unanime della critica e valutando il tiepido interesse del pubblico, fa capire immediatamente che non c’è traccia dei gloriosi anni ‘30 nelle disavventure di un non morto che invia le sette piaghe d’Egitto nel mondo contemporaneo, né sono presenti rimandi alle riletture filmiche più recenti (La Mummia e La Mummia il Ritorno diretti da Stephen Sommers e La Tomba dell’imperatore Dragone di Rob Cohen).
La pellicola apripista del franchise Universal diretta da Alex Kurtzman è infatti un’attrazione avveniristica che corre veloce grazie alla Cgi e rimanda, per estetica e caratterizzazione dei personaggi, al mondo dei cinecomics, alla serialità televisiva horror e al topos dell’avventura rocambolesca anni ‘80. L’umorismo adolescenziale e la leggerezza con la quale i protagonisti scansano mummie inferocite vaganti come walking dead e trabocchetti millenari disseminati qua e là, sono infatti un chiaro marchio di fabbrica proveniente direttamente dalle gloriose peripezie di Indiana Jones o di Jack T. Colton nel film di Zemeckis All’inseguimento della pietra verde.
Nulla di nuovo all’orizzonte, ma il compito è svolto con perizia e attenzione al dettaglio. Tom Cruise, al netto del suo gigantismo nella gestazione de La Mummia (ha avuto l’ultima parola su tutto), funziona benissimo come mercenario a tempo pieno e “liberatore” della creatura malvagia incarcerata in Iraq sotto tonnellate di sabbia e litri di mercurio liquido, ricordando vagamente Ethan Hunt o Jack Reacher in versione avventuriero militare, mentre Russell Crowe ha le physique du rôle adatto a vestire i panni ingombranti del dottor Henry Jekyll, cacciatore di mostri mitologici tormentato dal suo lato oscuro. Annabelle Wallis è la classica spalla femminile dell’eroe mai sincera fino in fondo, mentre la presenza di Jake Johnson nei panni del fido aiutante del protagonista, ammicca, per il suo rapporto cameratesco con Nick, allo stilema del buddy movie infarcito di humour testosteronico.
Stravagante, bella e non troppo spaventosa l’agile Sofia Boutella, la donna letale dalle doppie iridi, né troppo vittima, né troppo carnefice ma sempre elegante nel suo passo felpato (da umana) che ritorna nei tanti, forse troppi flashback esplicativi. I personaggi, tanti e ben diversificati, gravitano, a volte consapevoli, altre volte col pilota automatico, intorno ad un intrattenimento muscolare e ossessivo che stordisce a colpi di effettistica digitale e riprese che accerchiano gli attori dimenticando spesso di farli interagire al meglio con gli ambienti circostanti. La visione de La Mummia, opera composta da una prima parte briosa e lineare ed una seconda più capziosa e troppo gravida di contenuti (ma, ricordiamolo, si tratta dell’universo espanso Universal), è a tutti gli effetti una rincorsa sfrenata a caccia della citazione perduta e del riposizionamento della storia d’avventura nello stratificato mare magnum del crossover, ben contestualizzata nella nostra contemporaneità fatta di guerre asimmetriche e sedicenti islamisti distruttori di tesori archeologici.
La Mummia, trama
Ahmanet, bellissima e sensuale principessa egizia aspirante al trono, viene esclusa dalla successione dinastica a causa della nascita di un figlio maschio. Accecata dalla vendetta, uccide la famiglia e stringe un patto eterno con Seth, il dio del male. Durante il rito finale viene però mummificata viva e gettata in una cripta sotterranea. Millenni dopo il mercenario e collaboratore dell’esercito Nick Morton (Tom Cruise) insieme al compagno di avventure e ad un’aitante archeologa, risveglia dal sonno immortale la mummia maledetta e il mondo si prepara ad essere investito da un’orda di sudditi ridestati dalla tomba e dalla furia distruttrice di Ahmanet (Sofia Boutella).