«Al di là di ogni retorica, constatiamo come la cosa pubblica sia noi stessi, che ogni sua sciagura è sciagura nostra…per questo dobbiamo prepararci. Può anche bastare, sapete, che con calma cominciamo a guardare in noi, e ad esprimere desideri. Come vorremmo vivere domani? No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere». Queste sono parole di Giacomo Ulivi, 19 anni, partigiano fucilato a Modena da un plotone fascista e proprio con queste parole si apre R_Evoluzione, il disco del collettivo lucchese Contratto Sociale Gnu Folk.
Kiko, Federico Camici Roncioni (voce, fisarmonica), Giovi, Giovanni Pietro Vitali (chitarra acustica & cori), Il Chicca, Adriano Chicca (basso), Fonello, Francesco Del Chiaro (batteria & percussioni), Diego, Diego Di Vita (banjo & bouzuki, chitarra elettrica & chitarra acustica), Steppia, Stefano Piamonti (sound engineering & recording), Cobra, Carlo Andrea Berti (violino) sono i componenti di questo talentuoso gruppo e operano in uno scambio continuo di opinioni, punti di vista, note, tematiche. L’intreccio delle loro esperienze, tutte provenienti da realtà musicali diverse, è tangibile in ognuna delle 11 tracce che compongono un lavoro molto impegnativo e con intenti altrettanto ben definiti. L’obiettivo è, infatti, costruire, attraverso canzoni nuove e vecchi brani popolari, una nuova musica popolare, che sia specchio di un mondo globalizzato, affiancando sonorità e strumenti della tradizione internazionale alle così dette “nuove musiche popolari” quali reggae, rock, punk-rock.
Ciò che realmente colpisce l’attenzione è, però, il fatto che tutto il progetto dia voce alle rivoluzioni di ieri, di oggi ma soprattutto a chi la rivoluzione vorrebbe farla domani. La voglia di dare o ridare dignità a chi l’ha persa, o che se l’è vista scippare via senza pietà e a chi, invece, si domanda se potrà riaverla mai affiora prepotentemente tra un riff di chitarra ed una cascata impetuosa di attacchi di violino. R_Evoluzione è quindi un progetto principalmente politico ma senza alcun legame con una bandiera. I ragazzi del Contratto Sociale definiscono, infatti, le loro canzoni come uno sfogo in una sorta di babilonia musicale antimperialista, legata ai valori delle resistenze e bisognosa di una nuova evoluzione. Sotto la produzione artistica di Andrea Mei, con l’intervento editoriale di Dario e Ivaldo Riva di Latlantide e la distribuzione di Edel, il lavoro del Contratto Sociale Gnu Folk è riuscito ad acquisire una forma definita e tangibile ma soprattutto fruibile. Ne “La notte di Genova” è forte e indelebile il ricordo di Carlo Giuliani, ucciso durante il G8 di 12 anni fa. La memoria è figlia del vento, lo sanno bene i ragazzi de Il contratto Sociale che con le loro storie di r_esistenza quotidiana cercando di crescere ed evolvere il loro suono aggrappandosi ai resti di uno spirito che pare essere in via d’estinzione. “Il canto della rivolta” è la cronistoria delle rivoluzioni di ogni tempo in cui il violino scandisce i tempi, i ritmi e i battiti del cuore. “Prossimo passo” è invece un inno alla concretezza, oltre che alla speranza, dove l’immagine della terra nelle mani ed il vento nel cuore, vuole essere il focolaio dei sogni di domani. L’amore impossibile di “Johnny (il partigiano di Fenoglio) e Mary” è come un bacio sospeso nell’aria mentre la triste fine di “Ion Cazacu”, ucciso dal suo datore di lavoro, è un grido disperato, arrabbiato, addolorato di un’anima in cerca di riscatto. La coscienza di un popolo è la memoria: questa è la frase, ripetuta in tante lingue diverse, che ricorre in “Musica popolare”. Il brano, tra i più riusciti del disco, definisce ed evidenzia la ragion d’essere di un genere musicale che rappresenta, in effetti, “verità da raccontare”. L’omaggio musicale di “Rory prende la via della collina” al brano “Repeal of the Licensing Laws” dei The Pagues è un incontro tra leggenda e realtà, in cui, un eroe della patria rinuncia alla salvezza in nome dei suoi ideali. Un sorso d’autunno con “Fra vino e poesia” ed è già tempo di bilanci con la sciagurata tragedia di “Portella della Ginestra” che rappresenta, ancora oggi, una ferita mai rimarginata e che alimenta il fuoco del coraggio nel cuore di chi non si arrende al potere delle mafie. “Una questione privata” chiude il disco, omaggiando ancora lo scrittore Beppe Fenoglio, con l’affannata corsa di un ragazzo che cerca di sfuggire alla morte sia fisica che spirituale:«Corri ragazzo, pesta i tuoi piedi nel fango», canta il Contratto Sociale Gnu Folk invitando i nostri giovani a pestare i piedi nel fango di cui provano, invano, a ricoprirli i potenti di oggi.
Raffaella Sbrescia