Come spiegherò nella recensione, La ragazza del treno è un film spietato e dirompente che, mediante una serie di flashback, ci rende spettatori di una storia incredibile. La pellicola prende, infatti, l’attenzione come in un crescendo per raggiungere l’apice del pathos nel finale, non proprio al cardiopalmo ma certamente inaspettato. Scopriamo, allora, parte della trama (senza spoiler) del film che andrà in onda su Rai 3, questa sera, 19 dicembre 2019, in prima serata.
La ragazza del treno: dal libro al film
Fare confronti con il libro, dal quale il film è tratto, ritengo sia inutile, oltre che controproducente, perché difficilmente la Settima Arte riesce a trasporre opere letterarie sullo schermo in modo del tutto esaustivo e fedele al testo. Non è mai accaduto e forse non succederà mai, penso!
In verità dare un’immagine alla scrittura significa privarla della propria essenza, perché essa si nutre di fantasie che appartengono più alla dimensione inconscia del lettore che dello scrittore. Dunque, nella seguente recensione esaminerò la versione cinematografica de La ragazza del treno senza tener conto del best seller, poiché il confronto per le ragioni sopra menzionate sarebbe impari.
La ragazza del treno: trama e recensione
La macchina da presa di Tete Taylor si muove con abilità in un ambiente sinistro ed inquietante, dalle sfumature del grigio per evidenziare lo stato d’animo di Rachel Watson, impersonata da un’ottima Emily Blunt. La storia della protagonista s’intreccia con quella di altre due donne, interpretate da Haley Bennet e Rebecca Ferguson.
Che cosa hanno in comune questi tre personaggi lo scoprirete in sala; quello che però mi preme rilevare non è solo la magistrale performance della Blunt bensì la capacità di questo film di uscire dagli schemi.
Il lungometraggio, seppur leggermente, rievoca tuttavia altre pellicole, come per esempio L’amore bugiardo (2014), che consentì a Rosamund Pike di ricevere la nomination agli Oscar, o Millennium – uomini che odiano le donne, uscito nel 2011.
Il film narra una storia intima e personale. La ragazza del treno: trama e recensione
La ragazza del treno – pur non avendo l’intensità drammatica di un thriller alla Shutter Island (2010) – narra dunque una storia intima e personale, nella quale potrebbero riconoscersi molte donne.
Una mattina la protagonista, mentre è in viaggio, stordita come sempre dall’alcol, vede una donna sposata baciare un uomo che non è il marito. Rachel, che non si è mai ripresa dal divorzio, si pone così uno scopo e comincia a indagare. Scopriamo quindi vicende intrise di frustrazioni femminili, dal desiderio della maternità negata alle compulsioni e alle amnesie.
E molti eventi accadono in treno che è il mezzo attraverso cui Rachel si muove nel proprio microcosmo tra capitomboli per strada, vuoti di memoria e urla disperate nei bagni pubblici. Il veicolo diventa così l’archetipo della vita con le sue molteplici contraddizioni.
La ragazza del treno e la problematica dell’alcolismo
La ragazza del treno è un film che descrive bene cosa accade quando l’anima femminile appassisce perché imprigionata dal perfezionismo e dalla paura logorante di non essere mai all’altezza.
La pellicola affronta, inoltre, con estrema incisività la problematica dell’alcolismo nelle donne, già proposta in Amarsi (1994) o in 28 giorni (2000), commedia dal retrogusto dark, con una strepitosa Sandra Bullock. E lo fa con uno sguardo forse troppo cerebrale ma molto convincente. Sia inteso, il film non è un capolavoro ma mi has appassionata! (Marica Movie and Books)