Una lunga carrellata con panoramiche dall’alto definisce il contesto e il campo d’azione di un film molto avvincente sia per l’ottima regia di Olivia Newman che per la sceneggiatura non originale di Lucy Alibar. In realtà ci sono molte mani e menti femminili ne La ragazza della palude. Ci sono le produttrici Reese Witherspoon e Lauren Neustadter. C’è Delia Owens, autrice del soggetto che è il romanzo omonimo (lo trovi qui). E poi c’è naturalmente l’attrice protagonista, Daisy Jessica Edgar-Jones.
La ragazza della palude è un film che racconta il femminile nelle sue molteplici sfaccettature. La pellicola può essere letta seguendo due direzioni: una più realistica, l’altra più introspettiva. Esaminando il lungometraggio con uno sguardo non psicoanalitico e quindi più pragmatico, non si può non ammettere che La ragazza della palude è un thriller mozzafiato che mantiene alta l’attenzione degli spettatori, senza svelare mai nulla del finale. In realtà io mi aspettavo un film tipo La ragazza del treno e mi sono ritrovata a guardare una pellicola molto diversa per stile e per caratteristiche, perché l’opera di Olivia Newman offre più spunti di riflessioni sulla natura e su quanto abbiamo perso come umanità. E per certi versi la protagonista Kya Clarke mi ricorda Malefica.
La ragazza della palude: trama e considerazioni finali
Siamo negli anni Cinquanta nello Stato del Nord Carolina, in America. Kya vive con un padre violento, una madre che subisce e con fratelli e sorelle. E tutti si allontaneranno da quel patriarca che non riesce a metabolizzare i traumi di guerra se non attraverso la violenza e l’aggressività date dall’alcolismo. Tutti tranne Kya che è troppo piccola per mettersi in viaggio da sola.
Per un po’ lei resta col padre, poi anche quest’ultimo si allontanerà. La bambina diventa adolescente, poi giovane donna nella palude, sempre a contatto con la natura che le insegna ciò che gli umani non avrebbero mai potuto donarle: la percezione di sé, della propria femminilità e della propria anima che è un tutt’uno con la Terra, di cui le sa di esser parte.
Sarà Tate Walker (Taylor John Smith), un biondino sensibile, ad iniziarla alla scrittura e alla lettura, elevando il suo spirito dalla terra per condurlo verso la via alta, quella del cielo. Il film, però, inizia con il ritrovamento nella palude del cadavere di Chase Andrews (Harris Dickinson). Si pensa subito ad un omicidio e Kya viene accusata di esserne l’artefice tra pregiudizi e mancanza di prove. A difenderla è l’avvocato difensore Tom Milton (David Strathairn). Man mano che si svolge il processo, tramite flashback e flashforward, si viene a conoscenza di tutta la storia e del percorso della protagonista. Il film segue il viaggio dell’eroina mantenendo sempre alto il focus sul processo.
Insomma La ragazza della palude è una pellicola che vi stupirà per il suo stile, per la profondità di pensiero e soprattutto per la vicenda raccontata in maniera calibrata e decisa allo stesso tempo, con un incanto senza tempo. I personaggi, poi, sono ben delineati, la scenografia è accattivante, gli attori e le attrici danno le sembianze a figure umane molto diverse e particolari. Insomma, da non perdere! Maria Ianniciello