La verità di Grace: recensione e trama del film di Netflix

Tra le new entry di Netflix, relative al mese di gennaio 2020, c’èLa verità di Grace’. Il film è diretto da Tyler Perry, l’ideatore della matriarca afroamericana Mabel “Madea” Simmons.

L’attore, regista e sceneggiatore statunitense questa volta si è dedicato al thriller, uscendo dalla commedia, sia televisiva e sia cinematografica, che lo aveva consacrato come regista.

La verità di Grace

La verità di Grace: recensione (podcast in calce)

‘La verità di Grace’ è un film che non mi ha convinta: nessuna emozione forte e poco pathos. La storia, per come stata sviluppata, è contorta, insipida e fin troppo banale. Profuma di gia visto e già sentito!

Eppure, nonostante questi elementi, Tyler Perry riesce a tenere incollato lo spettatore proprio per quella oscura verità che ci viene svelata solo negli ultimi quindici minuti del film.

Al centro della trama c’è l’avvocatessa Jasmine Bryant (Bresha Webb), che ha seguito solo casi d’ufficio di piccoli criminali, i quali venivano spinti a confessare.

Questa volta, però, Jasmine assiste una persona ben diversa che le appare subito onesta e non solo per le sue lodevoli note biografiche: è una brava madre, va in chiesa, fa beneficienza.

A detta dei media e del pubblico ministero, tuttavia, Grace (Crystal Fox) è un’omicida che ha assassinato a sangue freddo il suo giovane marito. Senza uno straccio di prova e molti lati oscuri, la donna deve patteggiare per non rischiare la pena di morte.

Allora Jasmine, per saperne di più sul caso, si rivolge a Sarah Miller (Phylicia Rashād), una cara amica di Grace. Più vite così si intersecano e niente sarà come prima per tutti.

Infatti, l’avvocatessa, che non era mai arrivata ad un processo, si sentiva svuotata, priva di motivazioni forti; di conseguenza voleva mollare il lavoro. Ma la storia di Grace le ridona audacia, coraggio e fiducia nelle proprie potenzialità. (Marica Movie and Books)

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