Quando non ce l’hai ti manca e quando ce l’hai ti pesa. E` la famiglia. Fortemente contraddittoria, sfacciata, senza ritegno, eppure così importante per l’evoluzione di ciascuno di noi. Individui con caratteristiche diverse, uniche, spesso agli antipodi che per forza di cose devono confrontarsi, parlare, il più delle volte riuniti in una tavola imbandita. Come fa notare Lorenzo verso la fine del film Lasciami per sempre. Nella pellicola vediamo tante individualità riunite per un fine comune: festeggiare il compleanno di un adolescente (Lorenzo appunto) che vorrebbe solo fuggire perché è stato lasciato dalla fidanzata.
Ma la mamma Viola (Barbora Bobulova) invita nella villa, dove vive con il suo compagno Nikos, l’ex marito e i familiari (le sorelle sui generis, il cognato ginecologo, il vicino di casa e il padre che ha appena tentato il suicidio) rendendo l’atmosfera alquanto bizzarra e nevrotica. Le diverse personalità abbattono qualsiasi forma d’ipocrisia. Il cinema, dunque, sottraendosi alla finzione, idealmente cerca l’autenticità eppure i personaggi di Lasciami per sempre sono incastrati nei loro ruoli stabiliti a tavolino da un essere superiore che nella settima arte è il regista. Sono menzogneri, ruffiani, accattoni e allo stesso tempo così parsimoniosi nelle loro insicurezze che, dopotutto, sono le nostre.
Perché diciamocelo, chi di noi non si è sentito a disagio a Natale o a Pasqua o a un compleanno, quando tutti i parenti, che magari non vedevi da anni, posano il loro sguardo indagatore su di te per farti il terzo grado, sperando che le cose poi non ti vadano a meraviglia? E, quando rispondi con un banale “tutto ok”, la loro espressione diventa contrita e delusa, perché loro avrebbero preferito sentirsi dire ben altro. L’invidia, la gelosia e la rabbia (cioè quelle emozioni oscure, che simbolicamente noi definiamo demoni) in realtà ogni tanto vengono a trovarci. Il buonismo imperante invece ci suggerisce di fare buon viso e cattivo gioco quando invece basterebbe semplicemente essere se stessi. Lasciami per sempre ci dà un’altra chiave di lettura.
Il film ci dimostra che quelle nevrosi si possono accantonare e superare solo con un po’ di sincerità, prima verso se stessi e poi verso gli altri, perché nessuno è perfetto: né noi e nemmeno i nostri parenti. Ciascuno ha i suoi disagi, le proprie insicurezze e tante convinzioni. La famiglia, dunque, non è di per sé negativa. Pensate per esempio a Leone di Una famiglia perfetta. Il personaggio di Sergio Castellitto è un uomo solo e ricco, il quale però cerca l’atmosfera accogliente che solo una famiglia, con tutte le sue antinomie, può dare. Allora ingaggia una compagnia teatrale, i cui attori devono fingere di essere suoi parenti. Lasciami per sempre non arriva a tanto.
La macchina da presa di Simona Izzo si muove quasi del tutto in unico ambiente: una villa immersa nella natura. I profumi delle essenze più volte citati e annusati, come la sequenza iniziale girata in mare, ci portano a casa, dove scevri dai giudizi possiamo veramente accogliere le nostre tante contraddizioni. Lasciami per sempre non è una commedia eccellente, perché cinematograficamente ci sono alcune lacune, ma non è banale, né noiosa. Questo film brilla di una luce propria e non è cosa da poco!