Pensavano fosse il film di Natale e invece non è così. La concorrenza per Last Christmas è spietata, almeno in Italia. La pellicola, diretta da Paul Feig ma scritta da Emma Thomson e il consorte (Greg Wise, nda), non mi ha convinta fino in fondo, nonostante la commozione finale e qualche risatina qua e là, perché sa di già visto.
Last Christmas: recensione
La protagonista di Last Christmas ricorda lievemente, per i pasticci che combina, Bridget Jones, ma di quest’ultima non ha né la stazza né l’autoironia. E` Emilia Clarke a vestire i panni di Katarina, una ragazza di origini slave che, dopo una grave malattia, ha cambiato completamente modo di vivere. Tra un’audizione canora e l’altra, combina una serie di guai allontanando così gli amici di sempre e i parenti più prossimi.
Last Christmas non è una vera storia d’amore, almeno non nel senso letterale del termine, che affronta argomenti molto abusati nell’ultimo periodo, come il tema dell’emigrazione per esempio che ritroviamo in diversi film anche italiani. Segno che la questione è molto sentita dall’opinione pubblica e di conseguenza incuriosisce anche la Settima Arte.
L’amore sulle note di George Michael…
In una Londra multietnica il Natale è ormai solo una trovata commerciale ma Katarina ha molto da recuperare, come il senso dell’amicizia, che trae forza proprio dall’altruismo e dalla necessità intrinseca di essere solidali. La musica di George Michael fa così da sfondo ad un film che trae spunto da altre commedie contemporanee dove la trasformazione avviene proprio grazie ad un evento traumatico.
Last Christmas è comunque un film gradevole e commovente, che valorizza in modo laico il significato del Natale. La pellicola rimette al centro l’Amore in tutte le sue sfaccettature mediante la figura di Tom (Henry Golding), il ragazzo di cui Katerina si innamora, e una mamma sui generis, interpretata da una magnifica Emma Thompson. Tre stelle per Last Christmas (Marica Movie and Books).