Le vele scarlatte: recensione
Le vele scarlatte non è un film sull’emancipazione femminile, almeno non nel senso classico del termine. Si tratta di una pellicola molto particolare, con personaggi che, se li osserviamo individualmente, sono ben pensati. Tuttavia il lungometraggio manca di profondità e di intensità; caratteristiche indispensabile per far uscire un prodotto cinematografico dalla mediocrità rendendolo non dico indimenticabile (sono pochi i film così) ma almeno convincente.
La pellicola del regista di Martin Eden, Pietro Marcello (si tratta di una produzione italo-franco-tedesca) ha il sapore dell’incompiutezza proprio perché le emozioni sono congelate. L’effetto realistico, poi, dato da filmati d’epoca, non aggiunge né toglie nulla al lungometraggio, anzi disorienta. La storia c’è, sia inteso, eppure sembra tutto molto abbozzato, in divenire, come se dovessero essere gli spettatori a rimettere insieme i puzzle di un film che cerca nell’attesa la sua massima espressione. Ma è proprio nell’attesa che non accade niente di particolare. La macchina da presa ci conduce in un limbo, tra coloro che sono sospesi. La fotografia impressionistica e naturalistica sembra solo un esercizio di stile che non conferisce bellezza al lungometraggio. Nel complesso Le vele scarlatte non è un film scadente eppure avrebbe potuto dare e dire molto di più. La pellicola è liberamente ispirata al romanzo omonimo di Aleksandr Grin (lo trovi qui).
Trama del film
Siamo nel ventennio tra le due guerre mondiali, nel profondo Nord francese. Raphael (Raphael Thiery) è un reduce della prima guerra mondiale, che al ritorno nel proprio paese natio trova la figlia Juliette in fasce. La moglie è morta dopo essere stata stuprata dal locandiere del posto che viene poi difeso da tutto il villaggio. L’uomo è un abile artigiano eppure ha difficoltà a trovare lavoro nel suo paese. Intanto la figlia cresce sotto lo sguardo paterno e le cure di una vedova dall’animo sensibile che era la datrice di lavoro della defunta consorte di Raphael. Anche la giovane Juliette (Juliette Jouan) dovrà fare i conti con il maschilismo e il bullismo di chi la considera una reietta, proprio perché diversa. Ma la ragazza, quando arriva un aviatore (Louise Garrel), trova speranza e una possibilità di sfuggire ad un destino di emarginazione. Maria Ianniciello