Lost Girls (Ragazze perdute): un film (non la serie) dal titolo calzante che definisce una storia di omicidi irrisolti. In quel perduta c’è tuttavia un doppio senso spietato e sicuramente metaforico. Chi è la ragazza perduta? E’ colei che intraprende una strada diversa da quella usuale e quindi non accettabile dalla società per poter sopravvivere. Ma è anche la ragazza di cui si son perse le tracce.
Una parola, perduta, che mi riconduce ad un altro aggettivo: interrotte che dà il titolo ad un’altra pellicola, quel ‘Ragazze interrotte’ (1999) che indugia sulle vite di girls tutte diverse nelle loro ribellioni.
Lost Girls: recensione del film
Il film su cui mi soffermo in questa recensione si focalizza su una madre imperfetta che cerca la primogenita Shannon, con cui ha perso ogni contatto e che vediamo in pochissime ed inquietanti scene. La protagonista, Mari Gilbert (Emy Ryan), farà di tutto per ritrovare la figlia, che lavorava come escort, obbligando la polizia ad indagare.
La pellicola di Liz Garbus purtroppo non rende pienamente giustizia né alla figlia della protagonista, né alle altre prostitute uccise per mano di quello che tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del Duemila fu definito il serial killer di Long Island. La regista confeziona così una pellicola priva di anima che sembra ispirarsi a Tre Manifesti a Ebbing, Missouri senza troppa convinzione né pathos.
Una storia vera…
Lost Girls è un film che, pur non brillando di luce propria, ci dà comunque un messaggio preciso che parte da una specifica domanda: quanto vale la vita di una prostituta? Per la polizia nel film si evince che valeva molto poco. Ed è inquietante perché la pellicola racconta una storia realmente accaduta nello Stato di New York.
Ve lo consiglio comunque, nonostante i difetti, per un motivo sostanziale: il film alza i riflettori su vittime che non hanno mai avuto giustizia. La pellicola poi tra le righe delinea il contesto di partenza nel quale molte future prostitute crescono tra disagi e disuguaglianze sociali.
Informazioni aggiuntive
Il lungometraggio è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Robert Kolker. Nel cast c’è anche l’attore irlandese Gabriel Byrne che interpreta il commissario Richard Dorman. Lo trovate su Netflix. Voto: [usr 3] Maria Ianniciello