Ludovico Einaudi inaugura il Pomigliano Jazz Festival

Ludovico Einaudi © Errico Sarmientos
Ludovico Einaudi © Errico Sarmientos

I meandri dell’affascinante Anfiteatro Romano di Avella, in provincia di Avellino, si sono schiusi per ospitare il primo illustre evento della diciottesima edizione del Pomigliano Jazz Festival. Sul palco della prestigiosa kermesse campana nientemeno che Ludovico Einaudi per l’unica tappa italiana del suo “In a time lapse tour”. Ad accompagnare l’artista un’orchestra di sette elementi: pregio, precisione, dettaglio, eleganza e maestria sono le caratteristiche di suoni ritagliati come in un’antica miniatura medievale. “In a time lapse” è stato definito, a più riprese,  come un viaggio musicale compreso in un spazio di tempo sospeso invece il viaggio proposto da Einaudi è tutt’altro che ascrivibile ad una qualsiasi tipologia di dimensione che sia essa spaziale o temporale. Vivere un suo concerto è un’esperienza extrasensoriale in cui ciascuno può trovare la propria insenatura  e lasciarsi crogiolare dallo scorrere delle note.

Quello che affascina di Einaudi è la sua apertura ai più complessi suoni elettronici i quali donano un’aura inedita e particolare, quasi drammatica, alle sue composizioni. L’avanguardia s’insinua, quindi, nelle sonorità ancestrali della musica da camera e s’impossessa delle sue caratteristiche cardinali modellandole a proprio piacimento. Durante il concerto il lirismo nordico di “Walk” e “Discovery at night” s’intreccia in un mulinello sonoro, ossessivo e vorticoso che si dissolve in un pulviscolo di emozioni.

Ludovico Einaudi © DMV Comunicazione Ph. Titti Fabozzi
Ludovico Einaudi © DMV Comunicazione – Ph. Titti Fabozzi

Ordine e razionalità non abbandonano mai del tutto il pianoforte di Einaudi il quale, con maniacale attenzione, conferisce ad ogni strumento un ruolo assolutamente preciso, inviolabile e necessario al contempo affinchè possa crearsi l’alchimia strumentale perfetta.

Il graduale inserimento di archi e percussioni rappresenta, poi, un’ imponente, maestosa, travolgente incursione che raggiunge i picchi di pathos più elevati sulle note di “Experience”.  Un continuo saliscendi emotivo spinge, infine, la platea ad esplodere in una sentita standing ovation in cui lasciar confluire gratitudine e commozione nei riguardi del grande maestro Einaudi  e dei suoi incommensurabili musicisti che hanno creato, forgiato, trasformato il suono per  avvolgere, trascinare e coinvolgere il pubblico in un tornado di emozioni

 Raffaella Sbrescia

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