Quando creatività e passione si fondono a talento e bellezza, non può che nascere un capolavoro. “La Valle dei Re” ne è una prova concreta. Il quinto singolo di Marco Mengoni, in uscita il 14 marzo, è uno dei brani più riusciti e coinvolgenti di #Prontoacorrere, l’album dei record dell’artista di Ronciglione, in vetta alle classifiche di vendita da un anno. Una canzone che ricorda le epiche produzioni beatlesiane ma in cui si distinguono chiaramente la capacità autoriale e l’ispirazione poetica del miglior Cesare Cremonini. Il cantante bolognese ha, infatti, firmato il pezzo, regalando all’amico e collega Mengoni un testo straordinario, un frammento della propria genialità. Ma ciò che rende ancor più magica e sublime “La Valle dei Re” è l’interpretazione di Marco: parole talvolta pronunciate quasi sottovoce per poi sorprendere e sfociare, come un fiume in piena, in un mare di emozioni e di libertà. La canzone parla di un re tradito che torna dopo l’esilio a riconquistare il suo trono, promettendo vendetta. Cremonini non ha voluto comporre un brano commerciale e nemmeno utilizzabile da un qualsiasi altro cantante che non fosse Marco. E’ un prezioso abito di sartoria, elegante e di qualità, cucito su misura e destinato al talento e alla storia di Mengoni.
L’estensione canora dell’artista 25enne è nota a tutti, come sono apprezzate le sfumature disegnate, brano dopo brano, dalle sue corde vocali. A Mengoni dobbiamo riconoscere soprattutto la capacità di personalizzare, di far propria una canzone, anche quando le parole pronunciate non sono uscite direttamente dalla sua penna. Piace, convince, entusiasma Mengoni, grazie ad una voce che incanta chi ha la fortuna di ascoltarla, in particolar modo, dal vivo.
La bellezza della formula testo-voce-musica di cui “La Valle dei Re” è permeata dall’inizio alla fine, raggiunge il massimo del suo splendore e della sua forza nel ritornello: “Sei fuori dalla Valle dei Re, e non m’importa se…tu non ci sei”, per poi trasformarsi in delicata e intima confessione, quasi a fil di voce: “Piccole parole che non hanno più importanza. E soliti pensieri che mi riempiono la stanza. Le solite bugie che mi inchiodano la testa”. Per finire con la confessione-sfida: “Chiedo scusa…Sono ancora un re”.
Ed è proprio così. Mengoni è ancora un Re. Forse adesso ne è consapevole, sicuramente più di quando, 4 anni fa, indossava i panni di un Re Matto (nella sanremese “Credimi ancora”), giocava e si divertiva con i suoi mille volti e le sue (non)regole. Per Marco, artista rispettoso e sensibile, uomo umile, educato e riservato, parlano i numeri e i riconoscimenti, che lo incoronano artista sempre più camaleontico e sperimentale, una ventata di novità, creatività e passione in un mercato discografico italiano fermo da decenni e troppo spesso abbandonato alla banalità.
La coppia artistica Mengoni-Cremonini ha fatto centro al primo colpo, costruendo una canzone destinata a lasciare il segno: merito delle parole di Cesare, fotografie scattate con lucida follia a descrivere emozioni, sensazioni, situazioni come nessun altro autore riesce a fare oggi in Italia; e grazie all’interpretazione di Marco, di cuore, di testa, di pancia, se stesso dalla prima all’ultima nota, senza orpelli che possano mascherare la sua anima di romantico guerriero.
Silvia Marchetti