In genere sono immune ai clamori mediatici, forse anche troppo. Eppure il successo che la serie televisiva Mare fuori sta ottenendo non mi ha lasciato indifferente, probabilmente perché le storie di adolescenti che vivono ai margini della società mi interessano molto.
Recensione di Mare fuori, prima stagione
La prima stagione di Mare fuori ci introduce in un contesto ben definito, fatto di piccoli scippi e grandi crimini, di ricatti e giochi di potere che purtroppo non lasciano fuori gli adolescenti. Siamo a Napoli. Qui due destini si incrociano.
Filippo (Nicolas Maupas) è un pianista che proviene da una famiglia benestante di Milano. Con un gruppo di amici si reca nella città partenopea e in una nottata che segnerà per sempre la sua vita sarà complice di una tragedia che ci viene annunciata sin dalle prime sequenze. Carmine Di Salvo (Massimiliano Caiazzo) è invece discendente di una famiglia di camorristi. Il ragazzo vorrebbe sfuggire al suo destino che è già segnato. Ha una fidanzata, con la quale vorrebbe costruire un futuro alternativo, migliore, non cadenzato dalla violenza.
Per una tragica fatalità sia Filippo che Carmine finiranno in carcere tra ragazzi disadattati e violenti. Filippo dovrà uscire dal suo guscio, armandosi di coraggio ed inventiva. Mare fuori è la storia (ma non solo) di un’amicizia, quella che si viene ad instaurare tra due ragazzi, Filippo e Carmine, completamente diversi per estrazione sociale eppure così simili nella loro integrità morale.
Tanti personaggi, anche minori
Nel corso delle puntate della prima stagione conosceremo tutta una serie di personaggi. C’è la ‘zingara‘ Naditza (Valentina Romani), c’è il capitano Massimo Esposito (Carmine Recano), c’è la direttrice del carcere Paola Vinci (Carolina Crescentini), c’è Ciro Ricci (Giacomo Giorgio), C’è Pino (Ar Tem), c’è Edoardo (Matteo Paolillo), c’è Viola (Serena De Ferrari) e ci sono molte altre figure umane, alcune minori. Ognuna di loro ha qualcosa da dirci perché porta con sé una storia drammatica.
Insomma, Mare fuori è molto avvincente (anche per le musiche) proprio perché crea un ponte tra la giustizia e l’ingiustizia. E, a differenza di Gomorra dove nessuno poteva redimersi, dove il male più oscuro aveva la prevalenza su tutto e ogni accenno di legalità era assente, qui una piccola speranza di cambiamento c’è, se non altro per gli sforzi del comandante e della direttrice. Non mancano i cliché, ovviamente, né le esasperazioni (Napoli è anche altro).
La serie tv è ideata da Cristiana Farina, con la regia di Carmine Elia, Milena Cocozza ed Ivan Silvestrini. La sceneggiatura è di Maurizio Careddu e Cristiana Farina. Sono state prodotte da Rai Fiction e Picomedia mandate in onda dal 2020 tre stagioni della serie, con 36 episodi di sessanta minuti in media. Trovate le stagioni su Netflix, Prime Video e Ray Play. Maria Ianniciello