Il 29 giugno 2005, sedici giorni dopo la lettura della sentenza che lo assolveva dall’accusa di molestie sessuali su minori nel processo tenutosi nella contea di Santa Barbara, Michael Jackson concludeva un lungo viaggio che lo aveva portato all’altro capo del paese, poi attraverso l’Oceano atlantico, oltre il Mediterraneo e, infine, nel Golfo Persico. il suo jet privato atterrò all’aeroporto internazionale del Bahrain, Manama, a quasi tredicimila chilometri di distanza dal suo ultimo domicilio in California: aveva dovuto spingersi così lontano per trovare un po’ di pace, ma anche lì non sarebbe durata a lungo.
Comincia proprio così il libro che Randall Sullivan ha scritto su Michael Jackson, il re del Pop; non una vera e propria biografia ma un testo che indaga, ripercorrendo gli ultimi anni della vita di Jacko, sulle cause della morte, che il celebre giornalista e scrittore attribuisce soprattutto alla mancanza di affetto e punti di riferimento. Jacko era una macchina da soldi, almeno questo trapela dal libro, anche se per i suoi fan era un grande artista.
IL LIBRO
Chi non ricorda quel 25 giugno del 2009, quando milioni di persone lo hanno pianto, grate che il grande artista avesse lasciato al mondo la sua musica senza tempo? Eppure, quell’ondata di commozione aveva un sapore dolceamaro. Il Peter Pan della canzone da quindici anni era inseguito da scandali e accuse che lo avevano prostrato e prosciugato economicamente. Profondamente solo, si era spesso affidato alle persone sbagliate, approfittatori e avvoltoi che non si sono fatti scrupoli a sfruttare il suo genio e la notorietà connessa. Ma il pericolo più grande per lui era la sua famiglia, il padre soprattutto, aggressivo, spregiudicato e affamato di soldi, ma anche i fratelli, con cui aveva diviso il successo giovanile dei Jackson 5. «Adesso capisci perché sono così?» ha chiesto un giorno in lacrime a un suo amico, mentre nella sua stessa casa si nascondeva dai genitori, che pretendevano una montagna di soldi per partecipare ai festeggiamenti per il Trentesimo Anniversario del loro figlio. «Come potrei essere diverso?»Geniale, perfezionista, instancabile sul palco, amorevole e premuroso con i figli, generoso con amici e sconosciuti. Fragile, bisognoso di affetto, insicuro, spendaccione, staccato dalla realtà, barricato nel suo mondo, di cui la reggia di Neverland era il riflesso. Basandosi su testimonianze inedite di amici, nemici, dipendenti, avvocati e soci del cantante, voci che non avevano mai rilasciato dichiarazioni e che d’ora in poi probabilmente non parleranno più, Randall Sullivan traccia un ritratto completo, sfaccettato, toccante del grande artista in tutte le sue contraddizioni. Dall’infanzia sotto i riflettori alla fama mondiale, agli anni bui degli scandali, fino alle lotte famigliari per la gestione dell’eredità. Il racconto definitivo di colui che, nonostante tutto, non ha mai perso la corona di Re del Pop.
L’AUTORE
Randall Sullivan – Giornalista di Rolling Stone, ha collaborato anche con Esquire e Men’s Journal. Ha pubblicato il bestseller LAbyrinth, che ha conquistato la vetta delle classifiche USA.