Le foto sono di Bepi Caroli |
Via Rovello, come dire la casa di Goldoni. La sala storica del Piccolo è stata testimone di tutte le possibili declinazioni sceniche del grande veneziano, da quelle storiche di Strehler ai Gemelli veneziani(2001) di Ronconi, fino alla recente Trilogia di Toni Servillo (2007).
Al Piccolo Teatro Grassi arriva ora, dal 24 aprile al 6 maggio 2012, una delle sue commedie più cupe, i Rusteghicon la regia di Gabriele Vacis (prodotto dal Teatro Stabile di Torino), al suo secondo Goldoni dopo la Trilogia del 1993.
Due padri, tanto ricchi quanto gretti e ignoranti, vorrebbero che i rispettivi figli si sposassero, ma senza dar loro la possibilità di conoscersi prima delle nozze. La siora Felice, trasgredendo, fa incontrare i ragazzi che sono scoperti e accusati di aver disobbedito agli ordini paterni.
Goldoni tratteggia la condizione dell’uomo adagiato nella propria stoltezza: per questo un rinoceronte campeggia sul palco, rimandando all’universo ioneschiano di Rhinocéros, commedia sull’omologazione e sull’ottusità dell’uomo. La rilettura in chiave moderna dell’opera settecentesca operata da Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero, che firmano insieme traduzione e adattamento, sottolinea la meschinità e la chiusura dei personaggi principali.
La scelta di affidare i ruoli femminili a uomini rappresenta un tentativo di calarsi nei panni altrui per meglio capire il proprio. «Le donne dei Rusteghi – spiega la Spaliviero – non fanno mai veramente parte del mondo che decide le regole. Sono solo a disposizione di quel mondo, lo vivono nascoste e finiscono per adeguarne le loro stesse ambizioni. Per questo, quando abbiamo cominciato a riscrivere Rusteghi in italiano dal veneziano, ci è sembrato realistico che le donne fossero essenzialmente un costume, un abito sulla scena maschile. La scelta di affidare ad attori maschi anche le parti femminili è solo un piccolo scarto, data l’ininfluenza di un corpo femminile così scisso dalla complessità della sua intelligenza, in questo mondo di padroni, più che di padri o mariti».
«Quello dei Rusteghi è un mondo fatto di legami fra maschi che esclude ogni scheggia di femminile. Quella è gente, i rusteghi – dice Vacis – che ha bisogno di tenere asserviti i giovani e le donne. Ai rusteghi non basta decidere il matrimonio dei figli. Pretendono anche che non si incontrino prima. Una prepotenza gratuita. La prepotenza ha bisogno della gratuità, ha bisogno di passare i limiti, quando le pretese dei prepotenti diventano smisurate. Quando si allargano gli squilibri. Sostanzialmente quando i ricchi diventano troppo ricchi e i poveri troppo poveri. Ci sono dei periodi così. Periodi in cui si perdono le proporzioni. Quelli di Goldoni dovevano essere tempi schiodati. Un po’ come i nostri. Tempi in cui i ricchi sono troppo ricchi e i poveri troppo poveri».
LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO
Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 – M1 Cordusio)
dal 24 aprile al 6 maggio 2012
Rusteghi
I nemici della civiltà
da I Rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero
con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bremer, Christian Burruano, Alessandro Marini, Daniele Marmi
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi, luci e scenofonia Roberto Tarasco
produzione Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro Regionale Alessandrino
Foto di scena Bepi Caroli
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.00.
Lunedì riposo.
Mercoledì 25 aprile e martedì 1 maggio riposo.
Domenica 29 aprile ore 16 e 20.30, mercoledì 2 maggio ore 15 e 20.30
Durata: un’ora e 45 minuti senza intervallo