Minions, spassoso film/cartoon targato Universal, porta la firma dei creatori di Cattivissimo me e Cattivissimo me 2 e ha come protagonisti principali i simpatici esserini giallo limone che negli altri due lungometraggi d’animazione erano solo comprimari. Sono piccoli, pasticcioni e cattivissimi e qui, eroi assoluti, rubano la scena persino alla regina d’Inghilterra. Tutti diversi, a forma di pillola o nocciolina, rotondi come una caramella gommosa o allungati come il frutto di cui vanno ghiotti, la banana. Hanno un rado ciuffetto di capelli in testa, indossano grossi occhiali da saldatore e sono stretti dentro salopette jeans da operaio. Parlano una lingua incomprensibile e sgrammaticata, bizzarro pastiche che mescola idiomi neolatini, russo, giapponese e coreano. Sono i Minions, maldestri aiutanti di un cattivone di turno che non esita ad assoldarli per losche missioni. Se nelle prime due pellicole sono al servizio del supercriminale dal cuore tenero Gru, nel nuovo film, girato da Pierre Coffin e Kyle Balda, sono protagonisti assoluti e si mettono alla ricerca disperata di un villain di serie A che trovano, dopo una lunga peregrinazione oltre oceano, in Scarlet Sterminator, la prima supercriminale donna col vizio del furto e una passione smodata per i gioielli della regina Elisabetta. I Minions esistono sulla terra prima ancora della comparsa dell’uomo e, col trascorrere delle ere geologiche, sono sempre stati alla ricerca del cattivo perfetto, dal gigantesco T-Rex al primo essere umano della storia, fino ad attraversare i secoli bui dell’età di mezzo e trovarsi di fronte il malcapitato conte Dracula, dissoltosi come neve al sole a causa di un festino improvvisato dai piccoli e maldestri eroi. Già, perché il loro principale hobby è quello di darsele di santa ragione e fare fuori inconsapevolmente il proprio capo. Il leader della loro vastissima comunità decide di chiamare a sé il tenero Bob che non può fare a meno del suo orsacchiotto e il rocker Stuart, con chitarra acustica in spalla, e partire per l’America dell’era Nixon, per sbarcare nel magico 68 gremito di hippie, santoni e, naturalmente, esseri malvagi a cui il popolo dei Minions potrebbe finalmente aggregarsi di nuovo. Ma l’incontro con l’icona fashion Scarlet non darà i frutti sperati. Minions racconta le origini delle pesti gialle casiniste e anarchiche come gli Umpa Lumpa di Willy Wonka e Pierre Coffin e Kyle Balda celebrano il loro egotismo narcisista costruendo un film solo ed esclusivamente sulle loro silhouette non proprio longilinee ed eleganti. Il risultato è un inarrestabile flusso di gag e sketch a getto continuo scandite da una colonna sonora rockeggiante. Sugli accordi di Purple Haze di Jimi Hendrix e sulle note scatenate dei the Kinks di “You really got me” Kevin, Stuart e Bob piroettano sulla scena inanellando quasi tutti i piatti forti del loro repertorio comico demenziale, a partire da un umorismo pantomimico che guarda a Chaplin Buster Keaton e, perché no, alla schizofrenia bipolare di Jerry Lewis, per terminare in rocamboleschi numeri da vaudeville metropolitano a forti accenti slapstick. Più divertenti se presi a piccole dosi come avveniva in Cattivissimo me, esprimono comunque tutto il loro scoppiettante potenziale nonostante manchi una storia di un certo spessore dietro, malgrado il nemico di turno non sia poi così “cattivissimo” e gli altri personaggi siano davvero poco caratterizzati. Nel film la voce off che narra a mo’ di documentario l’evoluzione delle creature è di Alberto Angela, quella di Scarlet di Luciana Littizzetto (Sandra Bullock in originale) e l’intonazione molto british di Herb, il marito di Scarlet è di Fabio Fazio (Jon Hamm in originale). Grazie all’ abbagliante trio comico che regge tutti quanti i 91 minuti, il film convince e farà divertire soprattutto i giovanissimi che scopriranno la vocazione femminista dell’antieroe in gonnella, sostenitrice dei diritti (femminili) di cui dovrebbe godere un bravissimo ladro. Non solo Arsenio Lupin e dinastia quindi, ma anche un’inarrestabile forza della natura tanto abile quanto glamour. Minions è uno di quei brand di origine controllata che sta alla Illumination Entertainment come Woody e Buzz Lightyear stanno alla Pixar. Sono l’origine di un successo che ha bisogno di poche analisi e che, al contrario, va preso così com’è, senza rimuginarci troppo su. Come i ragazzini pestiferi di South Park o i Simpson, i personaggi simil idranti gialli bastano a se stessi per il messaggio scanzonato e senza pensieri che vogliono veicolare nella loro straripante e divertentissima autoreferenzialità. Le storie, se di storie c’è bisogno in questi casi, sono un inutile orpello. Certo, Wall E è tutta un’altra cosa. Voto: [usr 3]
Minions, trailer del film