Chi sono i ragazzi speciali e come possono redimere l’umanità? Se lo chiede Tim Burton con il film Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali. Il regista ci trascina letteralmente in una realtà surreale e per certi versi unica che, reggendosi sui codici e sui sottocodici del genere fantasy, incarna un modo di essere desueto per gli adulti, perché è appannaggio di due soli regni: quello dei bambini e quello degli animali. Tim Burton si occupa dei primi dirigendo una storia coinvolgente, che – come nella saga di Harry Potter – ha per protagonista un ragazzo. Il suo nome è Jake (Asa Butterfield), il quale si trova in quella “terra di mezzo” che divide l’infanzia dall’età adulta. I dubbi sulle bizzarre vicende narrate dal nonno, deceduto tra le sue braccia, cominciano a prendere forma nella mente del personaggio principale che si sta allontanando dal mondo della fantasia per entrare in quello della concretezza.
Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali è dunque un film di formazione che si avvicina al genere Young Adult per contenuto e per alcuni particolari della sceneggiatura (non scritta dal regista; la pellicola è basata sul romanzo di Ransom Riggs), ma se ne allontana dal punto di vista stilistico giacché le creature di Tim Burton sono uniche. C’è un bambino della casa che, con le sue fattezze, ricorda Johnny Depp della prima ora: lo sguardo stralunato, i capelli neri, la pelle bianca e quella tristezza sul viso rievocano la poesia di Edward Mani di Forbici (1990) e proprio le forbici compaiono qua e là come del resto l’abilità nel costruire corpi, i quali prendono vita grazie a un cuore pulsante che si trova fuori dal cadavere. Insetti che escono dalla bocca di un bambino, una ragazza che è costretta a indossare scarpe di piombo perché altrimenti volerebbe via (il suo organismo è costituito soprattutto da aria), un ragazzino invisibile, due gemelli con la maschera sul volto e tanti altri personaggi vivono in questa sorta di castello scozzese che nel 1943 era stato raso al suolo dai bombardamenti tedeschi. Passeggiando tra i ruderi, alla ricerca di se stesso per risolvere i dubbi amletici sulle storie raccontate dal nonno, Jake si ritrova in un anello temporale ed entra così nella Casa dei ragazzi speciali. Qui conosce Miss Peregrine (Eva Green), una sorta di istitutrice/strega buona, in versione dark, che si trasforma in uccello e che vigila sui bambini.
L’abilità di Tim Burton è tutta nella straordinaria capacità di andare oltre ciò che già esiste mettendosi continuamente alla prova. Crea tuttavia un film bello ma non entusiasmante… una pellicola dalle tonalità del grigio, del blu notte e del nero, nella quale la parola d’ordine è il tempo, un po’ come nella commedia About time (2013) e Miss Peregrine ricorda lievemente il Bianconiglio di Alice, sempre con l’orologio tra le mani. Intanto Jake capisce che ha lo stesso dono del nonno, con il quale potrà salvare i ragazzi speciali da creature mostruose (il capo è interpretato da Samuel Jackson). Burton esorcizza le brutture della realtà (il Nazismo) attraverso personaggi irreali e fantastici ma anche mediante l’antica formula dei ‘vecchi’ che tramandano il sapere ai più piccoli. Miss Peregrine – La Casa dei Ragazzi Speciali non è il miglior lungometraggio di Tim Burton (è innegabile), però convince e diverte con un tocco di raffinatezza. Di seguito il trailer.