È stata inaugurata ieri sera la nuova attesa XV edizione del Napoli Film Festival all’Istituto Francese di Napoli di via Crispi con una maratona dedicata all’indimenticabile figura di Anna Magnani: verace, intrepida, autentica, Anna è stata e, continua ad essere, uno degli emblemi del cinema nazionale ed internazionale e, importanti riconoscimenti come l’Oscar, la Coppa Volpi ed il Nastro D’Argento, hanno contribuito ad evidenziare la sua fama mondiale.
A 40 anni dalla sua prematura scomparsa, il Napoli Film Festival, in programma dal 30 settembre al 6 ottobre, ha voluto omaggiarla con la proiezione di alcuni dei suoi lavori cinematografici più rappresentativi come “L’onorevole Angelina” che nel 1947 valse all’attrice la Coppa Volpi alla Mostra di Venezia e il Nastro d’Argento, “Bellissima” di Luchino Visconti che vide la Magnani nuovamente insignita del Nastro d’Argento nel 1952 e “La rosa tatuata” il film di Daniel Mann che le valse la vittoria dell’Oscar nel 1955.
Ad introdurre la serata un sentito intervento di Valerio Caprara, noto critico cinematografico, presidente della Film Commission Regione Campania e docente universitario: «Sarete voi stessi a confermare le qualità di una personalità conosciuta e citata in tutte le situazioni in cui si celebra il grande cinema. Anna Magnani ha cominciato il proprio percorso professionale ben prima del neorealismo cinematografico per cui in quel periodo lei era già una professionista. Formatasi proprio nel bel mezzo di quella temperie in cui si muovevano i primi passi verso il professionismo di settore, la Magnani riuscì ad incarnare la veristica figura della popolana romana. Anima oscura, selvaggia, quasi ostile, s’inserì con forza, slancio e professionalità nel clima del nuovo cinema del dopoguerra. Sono dunque qui per confermare la grandezza dello spirito di Anna Magnani, il suo essere spiritosa e disillusa al contempo, la completa naturalezza del suo eloquio, il suo recitare corpo a corpo con la macchina da presa. Cercate, quindi, anche voi, nelle vostre emozioni, la conferma di quanto vi dico», conclude Caprara.