Nel vortice del cambiamento sistemico in cui si trova, attualmente, il mondo del cinema succede che un regista come Paul Schrader possa inaugurare la conferenza stampa di presentazione del proprio film “The Canyons”, fuori concorso al Festival, dichiarandosi finalmente libero dopo essere stato per 16 mesi ostaggio dell’attrice protagonista del film in questione. Si tratta della controversa Lindsay Lohan che, pur essendo tra le star più attese al Lido di Venezia, si è resa protagonista di un forfait forse dovuto alle sue condizioni di salute. Lavorare con lei è stato complicato, ha continuato il regista che, avvalendosi della collaborazione del noto sceneggiatore Bret Easton Ellis e di un budget molto ridotto, ha dato vita ad un piccolo noir su larga scala ambientato nella Los Angeles di oggi. Cinema distrutti, teatri abbandonati ed una serie di scene di sesso richiamano l’immaginario verso una più intima riflessione sul degradato stato delle cose nell’era contemporanea.
Degradata è anche la zona del Triveneto, scelta dal regista Alessandro Rossetto per girare il film “Piccola Patria”, in competizione per la sezione Orizzonti che, in qualità di tragedia classica, presenta una trama fortemente drammatica in cui l’amore prova a cercare una via per emergere senza, tuttavia, trovarla. Amante delle zone in cui campagna e città faticano ad incontrarsi, Rossetto usa le tecniche del documentario per evidenziare il forte legame tra il territorio ed i corpi che agiscono nel film aldilà di ogni tipologia di psicologismo.
Ancora spazio ai documentari con “Summer 82 (When Zappa came to Sicily)”, l’omaggio di Salvo Cuccia a Frank Zappa che, ancora oggi, rimane una figura artistica che sfugge alle convenzioni e che, come sottolineato da sua moglie, Gail Zappa, presente alla conferenza stampa del film, continua a sollecitare la mente e ad arricchire la tradizione culturale dell’umanità in nome della libertà.
A chiudere l’intensa giornata di oggi è “Joe”, la 47 ma pellicola di David Gordon Green, tratta dal romanzo di Larry Brown, con cui il regista è in concorso al Festival nella sezione Venezia 70. Protagonista del film è Nicolas Cage che, nei panni di un ex carcerato violento, un uomo collerico in cerca di redenzione, trova, nell’incontro con un ragazzino sfortunato (Tye Sheridan), un motivo per tornare a credere in se stesso. Consapevole del forte richiamo socio-culturale presente nel film, il regista ha voluto, tuttavia, dare risalto ai risvolti emotivi della storia, evidenziando, in questo modo, le ormai note capacità interpretative di un ispiratissimo Nicolas Cage.
Raffaella Sbrescia