Una misteriosa, svagata, simpatica figura femminile, torna dopo oltre mezzo secolo ad incarnare la figura dell’attrice brillante tipica dell’Operetta, ripercorrendo davanti al pubblico oltre mezzo secolo di una vita trascorsa nel mondo della piccola lirica. “Operetta, eterno amore” – spettacolo firmato da Gianni Gori e Alessandro Gilleri, realizzato dalla neonata società di produzione Golden Show in collaborazione con La Contrada-Teatro Stabile di Trieste – è una vera e propria “commedia d’operetta”, che racchiude le musiche preziose di Offenbach, Lehár, Kálmán, Abraham, Stolz, Lombardo, Ranzato, Pietri, Costa, interpretate da un cast straordinario, composto da tre autentici specialisti dell’operetta. Protagonista il soprano Daniela Mazzucato, fuoriclasse assoluta di una versatilità che attraversa l’opera barocca, Mozart, la vocalità contemporanea e il teatro di prosa; Max René Cosotti, elegante e prestigioso tenore che con la Mazzucato costituisce la coppia lirica interprete dei grandi duetti da Offenbach a Lehár; Andrea Binetti che mette tutta la sua simpatia e il suo talento al servizio dei ruoli brillanti e Miryam Cosotti, attrice giovane e talentuosa. Con loro intreccia lo smagliante ordito musicale Marco Scolastra, pianista umbro di gusto e sensibilità. Lo spettacolo, dopo un primo debutto a Trieste nell’ottobre scorso, viene proposto giovedì 4 aprile 2013 alle 20.45 in anteprima nazionale al Teatro Nuovo Giovanni da Udine in una veste completamente rinnovata, in cui spicca la nuova protagonista Daniela Mazzucato: la stessa Mazzucato, con il regista Alessandro Gilleri, il presidente della Fondazione Giovanni da Udine, Tarcisio Mizzau, e gli altri interpreti, hanno presentato oggi lo spettacolo in un incontro rivolto alla stampa e al pubblico interessato. Dai primi capolavori di Offenbach (che beffeggiano l’aristocrazia e la società del Secondo Impero) alla sensualità dell’operetta viennese, all’operetta italiana con i suoi paradisi esotici e maliziosi in cui già scintillano i lustrini della gloriosa Rivista, l’Operetta rappresenta, tra Otto e Novecento un panorama della cultura europea della Leggerezza: un mondo che le guerre mondiali sembrerebbero aver sconvolto e che invece è rimasto all’orizzonte come un’illusione emozionante e delicata, e ai margini del grande teatro drammatico e musicale, sopravvive con la sua grazia popolare come un autentico fenomeno culturale. Di qui le motivazioni di questo spettacolo, che della più significativa fioritura della “piccola lirica” confeziona un incantevole bouquet, raccogliendo le situazioni, le seduzioni, gli umori, gli spunti sentimentali e comici di un teatro solo apparentemente minore. L’operetta è invece teatro totale in cui all’interprete si richiede il massimo di eclettismo scenico e vocale (tra parola, canto, danza) oltre alla classe ed alla simpatia. La protagonista rigenera in scena le pagine più godibili (talune eccelse ed immortali) dell’operetta, pagine di un incantevole mondo di ieri, che si ricompone in un incantevole spettacolo di memoria, di nostalgia, di emozioni, di sfrenata gioia di vita, spettacolo curato non solo nelle componenti canore e attoriali ma anche da un punto di vista scenografico, con una serie di proiezioni che accompagnano i circa trenta interventi musicali e lo rendono visivamente estremamente godibile e moderno. I costumi sono firmati dalla stilista udinese Manuela Peressutti.