Prima di soffermarmi sui vincitori degli Oscar 2023, faccio una piccola cronistoria su questo importante riconoscimento.
La Cerimonia degli Oscar, che si svolge ogni anno a Los Angeles, dal 2002 presso il Dolby Theatre, con eccezione solo nel 2021, è l’evento cinematografico più atteso. Questa ricorrenza non è solo un’occasione per capire ciò che fa tendenza nell’ambito della Settima Arte ma è anche una sorta di marcatore sociale che molto ci dice sulla nostra società occidentale; soprattutto su dove stiamo andando, su chi vogliamo essere. L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences (A.M.P.A.S.) è un’organizzazione professionale onoraria che fu fondata nel 1927 per sostenere l’industria cinematografica statunitense ed internazionale.
Costituita da circa 6mila votanti, con cineasti di 35 nazioni, l’Academy ha sede a Beverly Hills e ogni anno assegna l’Academy Award, meglio noto come premio Oscar. Nel 2022 gli occhi di tutto il mondo si posarono non tanto sui film e sugli attori premiati bensì sullo schiaffo di Will Smith a Chris Rock. Di conseguenza la cinematografia, compreso il film ‘Una famiglia vincente’, con il quale Smith ottenne l’Oscar come il miglior attore protagonista, passarono in secondo piano. Nel 2023 tutto è stato più mite, nulla ha fatto scandalo, e all’indomani della Cerimonia ci si sta concentrando per fortuna sul Cinema.
Ed ecco i vincitori degli Oscar 2023
Everything Everywhere All At One
Il film che ha ricevuto più Oscar nel 2023 è stato Everything Everywhere All At Once. Diretta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, in arte The Daniels, la pellicola si è fatta conoscere ed apprezzare gradualmente prima nei piccoli festival e poi alle grandi kermesse, arrivando a ricevere 11 nominations dall’Academy. Il lungometraggio ha ottenuto ben 7 premi Oscar: miglior film a Daniel Kwan, Daniel Scheinert e Jonathan Wang, miglior regista ai The Daniels, miglior sceneggiatura originale, miglior attrice a Michelle Yeoh, migliore attore non protagonista a Ke Huy Quan, miglior attrice non protagonista a Jamie Lee Curtis e miglior montaggio a Paul Rogers.
Everything Everywhere all At One è un film bizzarro che, tra combattimenti in universi paralleli, pone al centro della storia un’immigrata cinese, Evelyn (Michelle Yeoh), che gestisce una lavanderia negli Usa con il marito Waymond Wang (Ke Huy Quan). La sua vita sta andando a pezzi: l’attività è soggetta alla pressione del fisco americano, il marito vuole chiedere il divorzio, la figlia è gay. Per lei ogni cosa assume una connotazione differente quando le appare una versione di suo marito che proviene da un universo parallelo. Evelyn viaggerà in questi multiversi dove si confronterà con le vite che avrebbe voluto avere e non ha. Si tratta di un film sui generis che ci induce a riflettere sulle occasioni mancate e sui valori familiari, sull’accettare il bello e il brutto della vita cercando di cogliere nelle piccole cose la magia e la bellezza.
Brendan Fraser e il tema della guerra in Niente di nuovo sul fronte occidentale
La mastodontica interpretazione di Brendan Fraser in The Whale (il film ha ricevuto anche il premio per il miglior Trucco) non è passata inosservata. L’attore ha ricevuto la statuetta come miglior attore protagonista per un’interpretazione da brividi. Il miglior film straniero è invece Niente di nuovo sul fronte occidentale (ha ricevuto i premi per la miglior colonna sonora, miglior scenografia e per la miglior fotografia). Si tratta di una pellicola coinvolgente e sconvolgente che, raccontando la prima guerra mondiale, indugia sulla retorica della guerra e sulla inutilità di tutti i conflitti.
Gli altri vincitori
Il premio per la miglior sceneggiatura non originale è andato a Sarah Polley per Women Talking – Il diritto di scegliere. Il miglior film d’animazione è Pinocchio di Guillermo del Toro; il miglior documentario è Navalny, il miglior cortometraggio è An Irish Goodbye, il miglior cortometraggio documentario è Raghu, il piccolo elefante. E’ stato premiato per i migliori effetti speciali Avatar 2; il miglior cortometraggio di animazione è Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo. L’Oscar 2023 per i migliori costumi è andato a Back Panther: Wakanga Forever. Infine, per il miglior sonoro è stato premiato Top Gun: Maverick.
Cosa ci dice l’Academy con questi premi?
L’Academy, che politicamente è tendenzialmente progressista, tende a candidare e premiare film innovativi che escono dalle righe oppure che hanno un forte messaggio sociale progressista. La prestigiosa istituzione con questi premi ci dice che il tema del Multiverso è molto sentito perché queste nuove dimensioni diventano il terreno ideale per esprimere creatività e nuove possibilità per la Settima Arte.
Molto il voga inoltre è il body positive e la lotta alla grassofobia. The Whale, infatti, descrive molto bene le conseguenze dello stereotipo sull’obesità mettendo al centro un padre che vuole solo dare l’amore perduto alla figlia. Altra tematica molto sentita è l’immigrazione in un’America dove i divari sociali sono ancora molto forti, soprattutto tra le etnie asiatiche ed afroamericane. Insomma, più o meno i temi delle pellicole premiate nel 2023 sono per grandi linee gli stessi degli anni passati. Maria Ianniciello