La sua storia somiglia molto a quella delle fiabe, solo che stavolta la principessa non viene salvata da un coraggioso cavaliere ma dalla sua forza di volontà e dalla sua determinazione. Cecilia Camellini ha vent’anni e affronta il mondo a colpi di bracciate, a dispetto della cecità che l’ha colpita fin dalla nascita. A Londra ha dominato nel nuoto paralimpico, conquistandosi il titolo di regina delle vasche. Nel frastuono dell’Acquatic Center del Villaggio olimpico, l’atleta di Formigine, Modena, ha conquistato l’oro e il record del mondo nei 100 stile libero, confermando la sua forza anche nei 50 con un altro oro e un altro record del mondo che vanno ad arricchire il suo palmares e il prestigio del nuoto italiano. Mai paga di successi, Cecilia ha portato a casa anche un bronzo nei 100 dorso che le è valso i complimenti del presidente Giorgio Napolitano.
Leggera e veloce, Cecilia non ha bisogno di vedere l’acqua per trovare la sua direzione, le basta sentirla addosso, lasciarsi scivolare e guidare dalle sue braccia e da un istinto che vale come e più della vista. L’acqua, amica e compagna fedele, le regala gioia e la protegge, proprio come quel giorno di maggio quando il terremoto ha colpito l’Emilia. Lei ha avvertito la scossa, si è fermata, poi ha ripreso a nuotare, una bracciata dopo l’altra fino ai successi paralimpici di Londra. Già a Pechino, quattro anni fa, erano arrivati due argenti. Cecilia e i suoi allenatori hanno continuato a crederci e con costanza e determinazione sono arrivati dritti all’oro.
Per la giovane modenese, il nuoto è tutto, ha provato anche altri sport ma nulla la soddisfa e la fa stare bene come l’acqua, in cui ha trovato la sua dimensione. Quando mette la testa sott’acqua si trasforma, abbandona la sua timidezza e diventa uno squalo, piena di grinta e cattiveria agonistica, ciò che serve per arrivare al successo.
Piera Vincenti