Raccontami di un giorno perfetto è il titolo di un film sentimentale diretto da Brett Haley che trovate su Netflix. La pellicola comincia con un incontro casuale che muta radicalmente la vita di Violet (Elle Fanning), una ragazza bianca della middle class che ha perso la sorella Eleonor in un incidente stradale e che per questo, presa dalla disperazione, sta per lanciarsi da un ponte. Ma, quando le sorti della ragazza sembrano segnate, compare Theodore Finch (Justice Smith) che la fa rinsavire. Il film, che sembra avere tutte le caratteristiche di un romance strappalacrime e un po’ mieloso, riesce a creare in verità una certa empatia tra lo spettatore e i personaggi che, nonostante non siano perfettamente strutturati, hanno molto da raccontare.
Il film non si addentra con forza nei disagi dell’età adolescenziale, quando gli adulti sembrano essere troppo distanti e pretenziosi. In verità gli adulti in questo film si vedono molto poco, nessun primo piano per i genitori di Violet né per gli insegnanti. Gli altri personaggi sono solo abbozzati, perché al centro della trama ci sono i drammi esistenziali dei due protagonisti e la nascente storia d’amore che è a tratti tormentata e sicuramente catartica per il personaggio femminile. In realtà Theodore Finch, nonostante l’aria da spavaldo e la pressante ironia, è un vinto. Definito un ragazzo problematico, vive un’esistenza ai limiti dell’eccesso, anche se di eccessi non se ne vedono, perché non fa uso né di droghe né di alcol. Il suo è un dramma nascosto, a cui nessuno presta davvero attenzione, tanto che viene chiamato dai suoi coetanei ‘schizzato’. I suoi disagi sono causati forse dalla mancanza di punti di riferimento saldi e da una serie di abusi infantili subiti dal padre che però sono solo accennati, forse perché il malessere è multifattoriale.
Basato sul romanzo All the Bright Places di Jennifer Niven, che ha scritto la sceneggiatura con Liz Hannah, Raccontami di un giorno perfetto è, quindi, una pellicola d’amore non solo per teenagers. Il lungometraggio è vietato ai minori di 14 anni, perché affronta il tema del suicidio educando al contempo all’integrazione razziale e all’inclusività proprio per la scelta di un cast misto. Maria Ianniciello