Esterno notte di Marco Bellocchio è stato presentato al Festival di Cannes ed è uscito al cinema in due parti, l’una proiettata dal 18 maggio 2022, l’altra dal 9 giugno 2022 (trovi la recensione della seconda parte 2 qui. In questa recensione invece esamino il prodotto finito, nda).
La pellicola è andata in onda come miniserie televisiva (suddivisa in sei episodi) il 14 e il 15 novembre 2022. Questa sera, 17 novembre, sarà trasmessa l’ultima puntata. Trovi le puntate su Rai Play.
Esterno notte di Bellocchio: recensione
Guardando Esterno Notte di Marco Bellocchio, non ho potuto non ripensare alle pagine di un libretto, forse poco conosciuto, che fu scritto nel 1978, proprio a caldo, da un Leonardo Sciascia che soleva usare la penna come un bisturi. Il libro è edito da Adelphi e si intitola L’Affaire Moro (Lo trovi qui).
Il maestro di Racalmuto ricostruisce in questo pamphlet il caso Moro mediante le lettere che il presidente della DC inviò dalla sua prigione, esaminandole e arrivando alla conclusione che probabilmente quanto sostenevano i politici e i giornalisti, ovvero che Moro fosse ormai privo di senno, era in realtà solo un escamotage per evitare una catastrofe ben più grande. In sintesi, se Moro sotto tortura avesse divulgato i ‘segreti’ del partito e di tutta la Politica italiana, quelle dichiarazioni sarebbero state ritenute false dall’opinione pubblica proprio perché Aldo Moro non era ormai considerato più in sé.
Gli anni di piombo nel film di Bellocchio
Marco Bellocchio in Esterno Notte – che è arrivato nelle sale e poi in televisione quasi vent’anni dopo Buongiorno, notte – sembra seguire la tesi di Sciascia, certo romanzando ma pur sempre mantenendo una certa veridicità storica. E lo fa con intensi primi piani e campi medi per evidenziare i volti corrucciati, grigi e ambigui dei politici della Prima Repubblica che, tra giochi di potere e ambizioni malsane, tentavano di dare all’Italia una certa stabilità politica in un momento di forte tensione interna.
Nei cosiddetti anni di Piombo fummo molto vicini alla guerra civile perché il terrorismo di estrema destra e di estrema sinistra mise a soqquadro il Paese attraverso tutta una serie di attentati e omicidi politici che avevano come obiettivo colpire lo Stato indebolendone le sue strutture e facendo crollare la Democrazia Cristiana.
Bellocchio in Esterno Notte dà la parola ai vari protagonisti
Bellocchio dà la parola ai vari protagonisti della vicenda per poi concentrarsi sull’uomo che fu il fautore del cosiddetto Compromesso Storico, siglato proprio per dare stabilità all’Esecutivo di Giulio Andreotti. Per la prima volta in un Paese del Patto Atlantico, infatti, un Partito Comunista appoggiava un Governo. Ma l’estrema sinistra italiana era contraria, tra i giovani universitari di sinistra c’era malcontento, mentre non tutte le correnti della DC erano favorevoli, compresa la Santa Sede.
A livello internazionale l’Unione Sovietica e gli Usa non vedevano di buon occhio il Compromesso Storico perché ritenevano che avrebbe creato instabilità sia nel Patto Atlantico sia tra i Paesi del Patto di Varsavia. Moro ad ogni modo fu rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 in via Fani, proprio il giorno in cui il Governo Andreotti si preparava ad ottenere la fiducia, e il corpo fu ritrovato dopo 55 giorni di prigionia.
Il regista mette prima l’uomo…
Marco Bellocchio nella prima parte del film ci presenta lo statista (interpretato da Francesco Gifuni) prima nella sua versione pubblica, con un monologo molto convincente, poi nel suo privato posando la macchina da presa su gesti di ordinaria routine, come l’atto di prepararsi da solo l’uovo fritto in una cucina molto ossequiosa e soprattutto la mania per la pulizia delle mani. Come non pensare a Mani pulite!? Successivamente infatti vedremo Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi) guardarsi spesso le mani, sulle quali immagina di avere alcune macchie gialle.
La macchina da presa entra inoltre nella camera da letto di Aldo Moro, dove la moglie Eleonora (Margherita Buy) dorme mentre lui soffre di un’insonnia che solo la presenza del nipotino riesce ad affievolire. Poi, il regista racconta del rapimento soffermandosi su come la politica italiana gestì il caso.
Nelle stanze della Santa Sede…
Si entra poi nelle stanze della Santa Sede, dove un Paolo VI dalla salute molto cagionevole (Toni Servillo) tenta di fare da mediatore per salvare lo statista e amico mettendo a disposizione come riscatto venti miliardi di vecchie Lire.
Bellocchio cerca il punto di vista della moglie di Moro e dei figli addentrandosi infine nella mente dei carnefici. per mostrarci i metodi e le contraddizioni, e infine si insinua nella prigione alla ricerca dell’uomo.
Purtroppo conosciamo tutti l’epilogo di una Storia cruenta e terribile che ha segnato il nostro Paese. Lo Stato rappresentato da Giulio Andretti (Francesco Contri) optò per la fermezza proprio per evitare di rafforzare le BR e diventare ricattabile. Questo è quanto emerge per grandi linee da un film ben costruito, il cui ritmo cadenzato ma non lento per fortuna non appesantisce l’azione. Bellocchio mette dunque l’uomo al centro di Esterno Notte, con le sue debolezze e paturnie, tra luci ed ombre, per fare una riflessione profonda e molto particolareggiata sulla Politica italiana. Maria Ianniciello