‘I fratelli De Filippo’ visti da Sergio Rubini. Recensione del film

Sergio Rubini nelle vesti di regista stupisce e convince con il suo nuovo film ‘I fratelli De Filippo’. Stupisce per la veridicità dell’immagini. Convince per il classicismo con cui racconta una storia molto affascinante.

Nella società odierna i ritmi sono sempre più frenetici e ogni informazione e bene di consumo sembrano essere resi accessibili semplicemente facendo scorrere il dito indice sullo schermo di un cellulare. Per questo, forse, abbiamo l’illusione che anche il percorso verso il successo di personalità illustri si realizzi in maniera rapida e possibilmente senza troppi sforzi.

Con molta probabilità è per questo motivo che Rubini si prende molto tempo per dirci, tra le righe, che il talento al contrario ha bisogno dei tempi giusti, a volte anche molto lunghi, per emergere affinché il successo duri più di una stagione. E lo fa narrando una storia ispirata a fatti realmente accaduti anche se molto romanzati.

Nel cast del film Mario Autore, Domenico Pinelli, Anna Ferraioli Ravel, Biagio Izzo, Giancarlo Giannini, Vincenzo Salemme…

Sergio Rubini si mimetizza dietro la macchina da presa per dare spazio solo al racconto nel film sui fratelli De Filippo

La storia è quella dei fratelli De Filippo e in particolare di Eduardo, uno dei drammaturghi più importanti al mondo che creò nel Novecento un nuovo modo di fare Teatro tanto che i critici lo definirono il propulsore del Neorealismo. La risata che Eduardo nei suoi drammi suscitava era amara perché si lasciava ispirare dalle Vita che secondo lui era una commedia. In particolare posava lo sguardo sulle miserie dei bassi napoletani e sulle nuove inquietudini dell’uomo borghese. Ma in una maniera innovativa che creò uno spartiacque tra Scarpetta ed Eduardo.

Sergio Rubini si fa dunque piccolo dietro la macchina da presa per dare spazio, con verosimiglianza e credibilità, a un’altra versione dei fatti, che forse molti non conoscono. Romanzando, certo, ma pur sempre con realismo. Titina, Eduardo e Peppino De Filippo erano i figli illegittimi del commediografo napoletano Eduardo Scarpetta che nella Napoli degli inizi del Novecento era considerato quasi una divinità tra gli addetti ai lavori e non.

La madre dei tre De Filippo si chiamava Luisa ed era la nipote di Rosa, la moglie di Scarpetta che nel film è interpretato nientemeno che da Giancarlo Giannini. Il film si sofferma sui dissapori per l’eredità che si vennero a creare tra la famiglia legittima e la famiglia illegittima – la quale subì molte ingiustizie -, ma anche sui diverbi artistici che i fratelli De Filippo ebbero con il fratellastro Vincenzo Scarpetta.

Rubini evidenzia il viaggio simbolico ed irto di ostacoli che i protagonisti dovettero compiere per costituire la loro compagnia ed emergere. Il regista porta così sul grande schermo uno spettacolo a cielo aperto, una sorta di presepe napoletano, alle falde del Vesuvio, con i colori vivaci, i costumi e le atmosfere sia della Belle Époque che del primo dopoguerra. Il lungometraggio convince, anche se forse, dilungandosi un po’ troppo sugli ostacoli, si indugia poco sulla tappa decisiva e conclusiva di un percorso molto suggestivo. (La recensione sul nuovo film di Sergio Rubini è stata scritta da Maria Ianniciello, segui l’autrice su Instagram)

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