Finalmente ho visto Mulan, il remake del cartone animato del 1998. Diretto dalla regista e sceneggiatrice neozelandese, Niki Caro, il film racconta la storia della guerriera cinese, Hua Mulan, che sostituì il padre in guerra durante la dinastica Běi Wèi.
Mulan: recensione
La pellicola ha preso la mia attenzione da subito tanto che ho aspettato con una certa apprensione il finale perché il ritmo è sostenuto, la storia è coinvolgente e l’eroina intraprende un percorso iniziatico che la porta a riconoscere ed usare il suo grande potenziale.
Mulan però è una donna e quindi se il resto della comunità sapesse qual è il suo talento sarebbe uccisa come strega perché certe doti sono appannaggio degli uomini. Interpretata da Liu Yifei, Mulan si traveste da uomo e parte per la guerra fingendo fino a quando non incontra un’altra donna, Xian Lang (Gong Li), una guerriera accusata di essere una strega che si è schierata nientemeno che con gli avversari dell’imperatore.
Qual è il messaggio di Mulan?
Non voglio andare oltre per non fare spoiler ma qual è il messaggio di Mulan? Dal punto di vista narrativo, il film non è palesemente femminista, perché la protagonista – che rievoca nelle scene dell’addestramento il soldato Jane di Deemi Moore – non crea mai un punto di rottura con il patriarcato. Le altre donne, tranne Xian Lang, sono come avvolte in una coltre di paura e devozione al patriarca, quindi la battaglia di Mulan è solitaria ed è volta a salvare lo status quo non a stravolgerlo.
Mulan ambisce a far parte di quella società ma nuon vuole cambiarla per creare una realtà inclusiva. Potremmo definire Mulan una sorta di ancella del patriarcato che, pur accogliendo il suo lato selvaggio, non lo manifesta per liberare le oppresse. Ed è questo il limite del live action: voler seguire una narrazione femminista cercando di accontentare tutti con il risultato di metterci troppa razionalità e poco cuore per un film che avrebbe potuto insegnare l’arte della cooperazione per uno scopo comune.
Si è tentata la strada con Mulan della rivisitazione di una storia in chiave moderna senza però riuscire a creare l’incanto come aveva fatto magistralmente Linda Woolverton con Malefica.
Non è purtroppo un film che resterà negli annali per l’inventiva e per il messaggio rivoluzionario. Maria Ianniciello