Roma, al Sistina Jesus Christ Superstar con Ted Neeley

sistinaSi è tenuta nella tarda mattinata di martedì 15 aprile, nella platea del Teatro Sistina di Roma, l’attesa conferenza stampa di presentazione della nuova versione del musical Jesus Christ Superstar, il celeberrimo capolavoro di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, per la regia di Massimo Romeo Piparo. Ricorre il ventesimo anniversario dalla prima messa in scena della versione italiana in lingua originale, sempre a cura di Piparo e per festeggiare degnamente e potremmo dire clamorosamente, in questa edizione torna proprio colui che interpretò Gesù (nel 1973) nello straordinario film di Norman Jewison. Se qualcuno restasse perplesso della scelta, basterebbe guardare dal vivo il carismatico Ted per rendersi conto che, anche se il tempo è passato anche per lui, l’impressione che si ha da vicino è strabiliante. Qualche inevitabile ruga, certamente, ma colpisce come allora! Chiaramente, quasi tutte le attenzioni dei tanti giornalisti, radio e televisioni presenti al Sistina stamane, erano rivolte a lui che, in inglese, ha pazientemente risposto a tutti con una serenità e una calma contagiosa, riuscendo a placare addirittura l’orda dei fotografi scatenati. Il regista Piparo, dopo l’assaggio di spettacolo (bellissimo), ha fatto gli onori di casa presentando tutto il cast al completo, schierato sul palco e dietro la classica scrivania, svelando un divertente aneddoto su Shel Shapiro, il cui desiderio era quello di interpretare Gesù, negato con la motivazione dell’età avanzata. Quando fu svelato che il Cristo sarebbe stato reinterpretato da Neeley, la sua reazione fu un insulto tipicamente romano verso il regista. La sorpresa della mattinata è stata la conoscenza di Feysal Bonciani, novello Giuda, giovane artista fiorentino di colore scelto dal regista e dallo stesso Ted Neeley, la cui somiglianza con “l’originale” Carl Anderson va oltre l’aspetto fisico per confondersi con i suoi movimenti scenici. «E’ un onore per me essere a Roma – afferma Neeley – è il sogno di una vita. Essere qui al Sistina, reinterpretare questa rock opera con tutti questi artisti, musicisti, attori, grazie alla bravura di Piparo, è un grande piacere e ogni volta è sempre una novità. Grazie per il vostro interesse», Tantissime le domande ricevute dalla platea degli operatori dell’informazione, oggi in fibrillazione, e interessante è stato ascoltare la risposta di Neeley a quella sulle contestazioni che, durante le prime rappresentazioni teatrali, ancor prima del film, ricevette questa opera, ingiustamente ritenuta blasfema. «Alla fine degli anni Sessanta tante persone protestavano tutte le sere, bloccavano le strade, perché avevano paura che il musical travisasse e offendesse il Vangelo. Allora io spesso mi confondevo in mezzo a questa gente e chiedevo se avessero visto lo spettacolo. Nessuno lo aveva visto, e io allora invitavo a mie spese tante persone in teatro. Una volta visto, tornavano con gli amici! – continua – Il messaggio di speranza, nel musical come nel film, viene proprio dalla realizzazione dell’errore commesso… Could we start again, please? Quella canzone è eloquente». Lo spettacolo debutterà venerdì 18, proprio il venerdì santo, e il regista ha tenuto a precisare: «non confondiamo le cose, per favore, noi facciamo solo spettacolo. Sono consapevole che tanti magari non verranno alla prima proprio perché è un giorno di preghiera, ma tanti altri lo faranno. E’ uno spettacolo, aperto a tutti, non è un’opera religiosa. Massimo rispetto». «La divinità non viene assolutamente sfidata.

Foto di Gianmarco Chieregato
Foto di Gianmarco Chieregato

Viene riconosciuto Gesù come figlio di Dio, ma rappresentato come umano negli ultimi sette giorni di vita», ribadisce Ted Neeley e continua, rispondendo a un’altra domanda: «La mia vita è cambiata assistendo a un provino di miei amici, mi fecero cantare quasi per gioco e il regista rimase impressionato dalle mie note alte e mi ritrovai ad avere il ruolo di Claude nel musical Hair. Poi, dopo qualche anno, mi ritrovai in Jesus Christ Superstar, prima nel coro poi come protagonista. Se nella vostra vita vi capita di assistere a qualcosa a cui siete davvero interessati, fatelo!”. Interessanti le considerazioni di Shapiro: «Massimo Piparo ha restituito la freschezza originale all’opera, senza cadere nella trappola hollywoodiana». La conferenza è proseguita con la presentazione dei tanti protagonisti, da Pau dei Negrita (nel ruolo di Pilato), dal resto della band che eseguiranno le musiche dal vivo, a Simona Molinari nei panni di Maddalena, da Paride Acacia che cede il ruolo di Gesù (dopo 20 anni) a Neeley e interpreterà quello di Hannas. Shapiro, grande presenza fisica la sua, sarà Caifa ed Emiliano Geppetti interpreterà Simone. Nutrito il corpo di ballo, visto all’opera per pochi minuti, 24 ballerini con costumi coloratissimi (di Cecilia Betona). Le coreografie saranno di Roberto Croce e un’orchestra di 12 elementi sarà diretta dal Maestro Emanuele Friello. Le scene sono di Giancarlo Muselli e Teresa Caruso. Insomma, tutto sembra bello e promettere bene per celebrare il ventesimo anno di repliche, in cui Piparo è riuscito a incidere profondamente, riuscendo a dirigere sui palcoscenici italiani entrambe le star del film: in occasione del Giubileo del 2000, infatti, fu il compianto Carl Anderson,il Giuda nero del film, a interpretare il ruolo per due anni. Il prossimo 12 ottobre Jesus Christ Superstar sarà in scena con questo stesso cast all’Arena di Verona per il “Celebration Day” in occasione dei quarant’anni del film e dei venti dalla rielaborazione italiana di Massimo Romeo Piparo, con un’edizione molto speciale che verrà rappresentata al tramonto, inserita nella programmazione ufficiale delle Opere dell’Arena

Venerdì, 18 aprile, dunque si terrà al Teatro Sistina di Roma la prima nazionale di questa nuova edizione. Il responso, come sempre, ora spetta al pubblico pagante.

Paolo Leone

 

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