Roma. Voci distratte all’orecchio: storie di vita reale raccontate in dieci puntate

 

Servizio di Marco Chinicò 
 
Voci distratte dall’Orecchio. Un nome particolare e insolito per definire questo spettacolo teatrale, organizzato dalla Compagnia Skenexodia, diretta da Gianluca Gabrielli e dal giovane e bravo regista Luca Guerini, fondatore della stessa Compagnia nel 2004. Roma, Via Tirso. E’ qui che si concentra la vita dei protagonisti di quest’opera teatrale; lo spettacolo, andato finora in scena al Teatro Manhattan, nel cuore del centro storico romano, ha presentato al suo pubblico sette puntate che da settembre 2011 fino al 15 aprile hanno attirato  con successo l’attenzione di chi è da sempre appassionato di teatro e non ha mai smesso di seguire il vecchio sipario. Svariati sono i personaggi, le storie sono tutte intrecciate fra loro, rendendo questa fiction teatrale molto movimentata e tutta da vedere: Jim Beack, un cantante stonato costretto a fingersi morto, Daniela Torrisani in Minotti, un avvocato di successo stuzzicata al pensiero di tradire il marito ricambiando così le sue scappatelle amorose, Marta Frezza ragazza che lavora come gestore dentro il German Pub, Tatiana, una miss costretta a rinunciare alla propria carriera per curare il marito Paolo rimasto cieco ed Enrico Bitozzi, assassino di un travestito dentro un cinema. Svariati generi s’intrecciano: commedia, thriller, grottesco, e sentimentale con tutti i suoi derivati. Molti sono i problemi attuali che anche Voci Distratte dall’Orecchio vuole raccontare: crisi economica, disoccupazione e incertezza del futuro. Il cast completo degli attori protagonisti è composto da: Martina Angelini (Federica Frezza), Gilda Arpinio (Marta Frezza), Simone Borghini (Jim Beack), Giuseppe Carulli (Rick), Fabiana Carabetta (Grazia), Vincenzo Demasi (Silvestro), Rosalba Di Gangi (Luna), Alessandro Fiorucci (Diego Minotti), Federico Giusti (Matteo Bitozzi), il regista Luca Guerini che interpreta il ruolo di Renato, Irina Florea(Tatiana Frezza), Fabio Lentino(Cristiano Volpi), Emanule Loffarelli(Anselmo), Ornella Lorenzano (Stefania), Luca Mastrolitti (Ettore Volpi), Paola Montanini (Nadia) Mattia Moretti (Stellino), Giampaolo Nerini (Ambrogio Bitozzi), Massimo Onorato (Paolo), Adriano Panico (Manolo Bitozzi), Edi Pezzi (Rosa), Leonardo Rafanelli (Captain), Raymond(Dj Ray), Mattia Rosellini (Lamberto) Chiara Sacco (Daniela Torrisani in Minotti), Mirco Sansone (Salvo), Silvia Santarelli (Gemma Tonin), Giancarlo Santoro (Ivano Tonin), Mario Sechi (Umberto Bitozzi), Simonetta Stella (Giovanna), Andrea Villanetti (Enrico Bitozzi). Voci distratte dall’Orecchio presenterà le ultime tre puntate fra la fine di aprile e tutto il mese di maggio. Decima e ultima puntata il prossimo 02 giugno, in occasione della festa della Repubblica. Previsti tour per riproporre la fiction in altre città d’Italia. Luca Guerini, regista e attore nella fiction, così definisce la sua opera: «Il progetto Voci distratte all’orecchio della Compagnia Skenexodia è sicuramente uno di quelli che negli ultimi anni hanno attirato le attenzioni a livello nazionale di critici ed esperti del teatro per lo spirito profondamente innovativo. Sette personaggi su un palco iniziano a raccontare le proprie esistenze e il proprio modo di stare nel mondo, con naturalezza. Ognuno a suo modo. Quello che emerge è proprio l’assurdità di quel che dicono o, meglio, il loro credere a una visione che nella maggioranza dei casi non può e non deve essere condivisa. L’opera si struttura quindi come un racconto a puntate, una fiction in cui il pubblico può seguire l’evolversi e appassionarsi a tutto ciò che succede a Via Tirso e dintorni».
 
Dialogando con gli attori 
Intervista aIrina Ferea, Alessandro Fiorucci, Edy Pezzi, Lorenzo Rafanelli, Mario Sechi

 

 
Irina come nasce il tuo personaggio?
I F: Il mio personaggio è un po’ strano. Sono una modella, eletta Miss, che lascia la carriera nello spettacolo per assistere il marito rimasto cieco a causa di un incidente stradale.
 

Possiamo dire Irina che con il tuo personaggio vuoi trasmettere due messaggi in particolare, che esiste ancora una donna pronta ad abbandonare tutto e a sacrificarsi per assistere il proprio marito in difficoltà e che purtroppo oggi, di fronte alle difficoltà, bisogna arrangiarsi?

I F: Sì è vero. Il messaggio che voglio trasmettere è questo anche perché, soprattutto oggi è molto difficile trovare una donna disposta al sacrificio per amore del proprio marito e del proprio figlio. Nel mio ruolo l’amore vero alla fine trionfa sempre.
 
Come lo definiresti il tuo personaggio con un semplice aggettivo?
I F: “Una donna forte”.
 
Alessandro, tu incarni la figura del classico uomo sposato, padre felice di famiglia con un figlio, poi ad un tratto qualcosa si rompe e spunta l’altra donna?
A F: Sì, io sono Diego, un discografo di poco successo. Sono sposato con un figlio, ma a un tratto anche io vivo la mia crisi e tradisco per la prima volta mia moglie.
 
Un tempo tradire era una notizia che faceva molto rumore, oggi possiamo dire che è ormai una regola, un costume diffuso nel vero senso del termine?
A F: Ormai tradire è un costume purtroppo diffuso, come andare in vacanza. Molti valori si sono persi e la coppia vive uno stato perenne di malessere.
 
Ti rivolgo la stessa domanda che ho fatto a Irina, secondo te l’arte di arrangiarsi oggi è diventata una regola?
A F: Assolutamente si perché con la crisi che c’è molte persone sono costrette ad arrangiarsi e a trovare strade alternative, anche tramite conoscenze, per arrivare a fine mese.
 
Un aggettivo per definire il tuo personaggio nello spettacolo?
A F: Un personaggio normalissimo.
 
Edy tu vendi i fiori, le rose, usi il romanticismo per guadagnarti qualche soldo in più, posso definirti in modo simpatico, l’identikit in persona dell’arte di arrangiarsi?
E P: Io sono una barbona che lavora e gira per Villa Borghese. Vendo fiori, faccio le feste, mi godo anche la vita e mi arrangio nel vero senso della parola. Mi impegno molto per superare la crisi.
 
Come definisci il tuo personaggio?
E P: Senza parole, come la canzone di Vasco Rossi.
 
Lorenzo, tu nello spettacolo, vuoi proprio imitare un noto personaggio della televisione, Fabrizio Corona. Non ti chiedo cosa farai nelle prossime tre puntate, ma riuscirai a diventare come lui oppure diventi un nuovo personaggio un po’ opposto?
L R: Il mio personaggio deve puntare a fare i soldi in modo facile e Fabrizio Corona è dall’opinione pubblica conosciuto come una persona che i soldi li ha fatti in modo facile.
 
Tuffiamoci per un secondo nella realtà, secondo te gli enormi problemi presenti oggi, dalla crisi economica, alla disoccupazione fino ad arrivare alla cassa integrazione, spingeranno i giovani di oggi a tentare la strada dello spettacolo per imitare questi nuovi modelli, come i famosi tronisti, presenti sulla scena?
L R: Penso di sì perché ci sono delle abnormi difficoltà e credo che molti giovani tenteranno quella strada. Tentare non costa niente, almeno anche se non riescono, possono sempre dire “io almeno ci ho provato”. Fare lavori come il lavapiatti o l’operaio al giorno d’oggi purtroppo non offre niente di concreto.
 
Un aggettivo per definire il tuo ruolo nella fiction?
L R: Bello e modesto.
 
Mario, tu rivesti la figura di quel classico furbetto di quartiere al quale una zona residenziale vuole fare la guerra per fargli chiudere il suo locale. Al tuo personaggio possiamo attribuire l’identikit del classico furbo che l’Italia attuale sta cercando di contrastare con la lotta all’evasione?
M S: Il mio personaggio riveste un tipo di persona che è abbastanza comune anche se è un po’ perdente, che non riesce a farla franca come invece poteva accadere fino a qualche anno fa.
 
Passiamo dal teatro alla situazione attuale nostrana. L’Italia secondo il tuo punto di vista, è ancora un paese di furbetti oppure possiamo in futuro salvarci?
M S: Più che possiamo mi sembra più giusto dire che dobbiamo salvarci. Il fatto è che quando leggi una notizia brutta nostrana sul giornale, vedi questa notizia come la più brutta in assoluto in confronto alle altre che ci sono nel resto del mondo. Credo che sia importante concentrarsi più sui fatti, sul presente, su ciò che dobbiamo fare per il bene nostro.
 
Per la par condicio lo chiedo anche a te, un aggettivo per definire il tuo personaggio in questa commedia teatrale?
M S: Il tuo datore di lavoro.
 

 

19 aprile 2012 ore 11.10

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