Vincenzo Salemme (nella foto) aprirà il suo tour invernale ed infernale proprio sul palcoscenico del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino. E’ un diavolo custode che promette scintille e risate a crepapelle. Giovedi 22 novembre alle 21, e in replica venerdì e sabato alla stessa ora, e domenica alle 18.30, “Il Diavolo custode” di Vincenzo Salemme aprirà la stagione del cartellone RED, risate e divertimento, pensato dal Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino in collaborazione con il Teatro Pubblico Campano. L’unica accortezza? Portate con voi i fazzolettini di carta. Sono previste lacrime agli occhi per le troppe risate. “Il Diavolo custode” è la nuova commedia scritta, diretta e ovviamente magistralmente interpretata dal grande Vincenzo Salemme.
Il commediografo partenopeo aprirà proprio al Gesualdo il tour invernale del suo “Diavolo Custode”. Uno spettacolo intimista anche se spiccatamente comico. Ma anche una vera e propria seduta psicanalitica con il proprio diavolo interiore, quel povero diavolo che vive dentro ognuno di noi, che non ha intenzione di farci alcun male, ma che potrebbe darci addirittura una seconda possibilità. Il piccolo diavolo nato a Bacoli ha messo in scena una commedia contro la sfortuna, contro l’universo mondo che tenta sempre di tarparci le ali, di infrangere i nostri sogni, di costringerci ad una vita difficile e piena di sacrifici. Ma al momento giusto, però, c’è sempre un diavolo custode pronto ad emergere dagli Inferi per dare a tutti noi una seconda chance, metterci alla prova per vedere se ricominciando daccapo, si è in grado di fare di meglio.
«Ho voluto fare uno spettacolo che vi facesse venire voglia di parlare di più con voi stessi col diavolo che è in voi senza averne alcuna paura – spiega Vincenzo Salemme – Un diavolo che potrebbe anche darci una seconda possibilità. E allora immaginiamo che un giorno salga sulla terra e venga a dirci: “vuoi tornare a nascere e ricominciare daccapo? La vuoi la seconda possibilità? Ma sei sicuro che ne valga la pena? Ce la farai a fare di meglio?”. Ecco, questo è il tipo di domande che vorrei farmi insieme a voi, ridendo un po’, senza cattiveria e senza paura, su noi stessi».