A Sanremo sembra che il tempo si sia fermato a quel febbraio 2013, quando sul palco dell’Ariston trionfava un elegantissimo Marco Mengoni con L’Essenziale. Dopo un anno esatto, il protagonista della riviera ligure è sempre lui. Da giorni si parla solo del cantante di Ronciglione, di quel giovane che, grazie al suo straordinario talento, ha saputo conquistare pubblico e critica con un brano-capolavoro ma, soprattutto, con l’omaggio all’indimenticabile Luigi Tenco.
Come 12 mesi fa, il cantautore 25enne, stavolta in veste di super ospite, ha regalato al festival una performance memorabile, aprendo la serata Sanremo Club dedicata alla storia del cantautore italiano. Splendido il suo ricordo del grande Sergio Endrigo con “Io che amo solo te”.
Con la stessa intensità di un anno fa, Mengoni ha saputo interpretare una canzone bellissima ma al contempo non semplice da portare sul palco sanremese. Ciò che colpisce maggiormente di Marco, oltre al talento più unico che raro di cui è dotato (il famoso x factor, per intenderci), è il suo modo di approcciarsi ai brani che interpreta. Un rispetto d’altri tempi, che solo una persona dotata di infinita umanità e umiltà può mostrare.
“Io che amo solo te” è una canzone d’amore del 1962. Mentre in Inghilterra i Beatles cominciavano a farsi strada nel mondo della musica, in Italia Sergio Endrigo andava controcorrente, pubblicando uno dei suoi pezzi più famosi. Un brano fuori dai canoni per l’epoca di appartenenza. “C’e’ gente che ha avuto mille cose. Tutto il bene, tutto il male del mondo. Io ho avuto solo te. E non ti perderò. E non ti lascerò per cercare nuove avventure…”, recita il testo. La canzone ha avuto un grandissimo successo e ha attraversato decenni e generazioni. Probabilmente oggi la maggior parte dei ragazzi la conosce poco, probabilmente ci sarà qualcuno che nemmeno sa di chi o cosa stiamo parlando. Onore a Fazio, al festival e ad un giovane come Mengoni, per aver pensato di portarla su un palco così importante come quello di Sanremo. Altri cantanti in passato hanno provato a misurarsi con questo pezzo (da Orietta Berti a Ornella Vanoni, da Mina a Fiorella Mannoia) ma Marco ha saputo dare un tocco di magia e di poesia diverso, sfruttando la sua incantevole voce.
Il testo di “Io che amo solo te” è molto semplice: parla di un amore speciale, universale e totalizzante. Spiega che le relazioni tra le persone, specialmente tra un uomo e una donna, sono complicate e a volte anche rischiose, talvolta noiose. Ma amare significa anche sacrificarsi, sopportare, stringere i pugni e i denti. Significa condividere tutto, gioie e dolori, con la persona del cuore, senza sentire il bisogno di guardare altri occhi, di baciare altre labbra, di desiderare altri corpi e altre anime.
L’eleganza, la classe e la bellezza d’animo di Endrigo si sono riviste nella performance di Marco Mengoni. Dal suo sguardo è emersa commozione, dalle sue corde vocali è arrivato il più bel regalo della serata. Un altro gioiello ripescato dal cassetto dei ricordi musicali.
Silvia Marchetti