“Questa è la vera storia di un’amicizia che va oltre i legami di sangue, è la mia storia e quella dei soli tre amici che abbiano veramente avuto importanza nella mia vita. Due di loro erano killer che non arrivarono a compiere trent’anni; il terzo è un avvocato che non esercita la professione e vive col dolore del suo passato, troppo spaventato per dimenticarlo e senza il coraggio di affrontarlo. Io sono l’unico che può parlare di loro”. Le immagini iniziali di Sleepers sono sbiadite come i ricordi della voce narrante che ci inizia ad un passato di tormenti e violenza.
Le sequenze successive sono grigie, prive di colori, e in quella immagine di apertura si vedono dei ragazzi ballare, inconsapevoli di essersi lasciati alle spalle il tempo dell’innocenza. Il punto di vista è quello di Lorenzo Carcaterra (Jason Patric da adulto e Joseph Perrino da ragazzo) che ci conduce tra le stanze di un riformatorio dove ogni notte alcune guardie – capitanate da Sean Nokes (Kevin Bacon) – violentano e seviziano i giovani detenuti.
Sleepers: recensione del film
La macchina da presa di Barry Levinson – che costruisce il film su una sceneggiatura non originale (il soggetto è il romanzo autobiografico di Lorenzo Carcaterra) – tra passato e presente ci sbatte in faccia una verità non assoluta ma sicuramente innegabile dicendoci tra le righe che ognuno reagisce agli eventi in modo diverso. Perché non esiste una regola. Infatti, c’è chi, a causa della violenza subita, crea altra violenza e chi rifugge da se stesso ma c’è anche colui che tenta di costruirsi una vita diversa. E il film segue questa traiettoria. Ma non solo. Ci dice anche che ogni tanto qualcuno è costretto non soltanto a farsi giustizia da solo, come in Vendetta privata, ma almeno ad ingannarla, questa giustizia, per sollevare il velo di omertà che circonda certi luoghi.
Un film spietato tra pedofilia e desiderio di giustizia
I ragazzini di Sleepers hanno un’attenuante perché sono nati in un quartiere malfamato e malavitoso di New York. Questi ragazzi così vengono lasciati allo sbando e solo padre Roberto Carrillo (Robert De Niro) mostra verso di loro un briciolo di considerazione. Il crimine è di conseguenza inevitabile e, quando il fatto accade, le porte del riformatorio si aprono per Michael Sullivan (da adulto Brad Pitt, da giovane Brad Renfro), Lorenzo Carcaterra, John Reilly (Ron Eldard da adulto, Geoffrey Wigdor da ragazzo) e Tommy Marcano (Billy Crudup da adulto, Jonathan Tucker da ragazzo).
Sleepers è un film spietato per certi versi che alza i riflettori su luoghi silenziosi. E, un po’ come accadeva nei manicomi in Italia prima della Legge Basaglia, sono posti di cui nessuno parla. Mai. Sono luoghi dimenticati, su cui vige un inquietante velo di omertà.
Sleepers nel 1996 lo solleva questo velo, e lo fa con un cast stellare, composto da attori del calibro di Robert De Niro, Dustin Hoffman, Vittorio Gassman e Brad Pitt. La pellicola parla dunque di pedofilia ma non come ne Il caso Spotlight. Non è l’indagine che qui conta bensì il racconto di chi ha subito violenza. Inoltre la pellicola si avventura nei sentieri impervi ma già attraversati dell’adolescenza, alla maniera di Ragazze interrotte, lasciandoci un senso di nausea e facendoci riflettere sull’ineluttabilità dell’esistenza. Per la verità in questo film non manca una certa retorica che però la storia con la sua drammaticità riesce a smorzare bene. Sleepers andrà in onda su Rete 4, questa sera (13 maggio 2020, ndr), in prima serata. Maria Ianniciello