«Io non voglio sopravvivere, voglio vivere. E’ la cosa giusta da fare!». Così Sophie Scholl, studentessa universitaria cofondatrice del movimento antinazista “La Rosa Bianca”, che decise di sottoporsi al giudizio del tribunale del popolo che accusava i giovani componenti del movimento di alto tradimento, andando incontro alla condanna a morte, sorte condivisa anche dal fratello maggiore Hans e dagli altri componenti del gruppo. Era il 22 febbraio del 1943. Sophie aveva 22 anni, Hans 25. La loro storia tragica approda al Piccolo Teatro Grassi di Milano dal 21 al 27 gennaio 2013, con la produzione del Teatro Stabile di Bolzano e la regia di Carmelo Rifici. Scritto dalla drammaturga americana Lillian Groag e messo in scena per la prima volta nel 1991 a San Diego e mai rappresentato in Italia sino a ora, “La Rosa Bianca” è uno spettacolo intenso che racconta gli ultimi giorni di vita della studentessa antinazista tedesca. Con ritmo serrato intreccia il racconto della prigionia e degli estenuanti interrogatori della Gestapo alla storia dei cinque giovani studenti dell’Università di Monaco e della loro audace, coraggiosa e allo stesso tempo incosciente decisione di opporsi al Nazismo attraverso la diffusione di volantini che propagandavano la sollevazione popolare contro Hitler. Con questo spettacolo, il regista, Carmelo Rifici, rinnova la collaborazione con Andrea Castelli, chiamato a interpretare l’ambigua e tormentata figura del capo della Gestapo di Monaco Robert Mohr, in bilico tra la volontà di salvare la giovane ragazza e il terrore di fatali ripercussioni sulla sua carriera. Lo affiancano 7 giovani attori: Irene Villa è Sophie Scholl mentre Alessio Genchi il fratello Hans; Pasquale di Filippo veste i panni dell’investigatore della Gestapo Anton Mahler, Gabriele Falsetta quelli di Bauer, aiutante di Mohr; Tindaro Granata, Christian Mariotti La Rosa e Enrico Pittaluga, interpretano rispettivamente Christoph Probst, Wilhelm Graf e Alexander Schmorell, componenti della Rosa Bianca.
LA STORIA
E’ il 1942. Sophie e Hans Scholl, Alexander Schmorell, Christoph Probst, Wilhelm Graf decidono di denunciare apertamente le atrocità del regime nazista sostenendo che la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra mondiale sarebbe stato l’unico modo per rovesciare il regime di Hitler. Chiedevano, tra le altre cose, la resistenza e il sabotaggio degli sforzi per la guerra. Resero pubblico il loro pensiero in cinque volantini anonimi che intitolarono “La Rosa Bianca”, diffusi in Germania e in Austria durante l’estate del 1942 e l’inverno del 1943. Credevano in un’Europa federale che aderisse ai principi di tolleranza e di giustizia. Citando la Bibbia, Lao Tzu, Aristotele e Novalis, così come Goethe e Schiller, si appellavano all’intellighenzia tedesca, confidando che si sarebbe opposta al Nazismo. Il sesto volantino, intitolato “Il movimento di resistenza in Germania”, venne distribuito all’Università di Monaco il 18 febbraio 1943, in coincidenza con la fine delle lezioni. In questa circostanza, i fratelli Scholl furono fermati e successivamente arrestati.
LA ROSA BIANCA
di Lillian Groag; traduzione Angelo Dallagiacoma; regia Carmelo Rifici; scene Guido Buganza; costumi Margherita Baldoni musiche Daniele D’Angelo; luci Giovancosimo De Vittorio con Andrea Castelli, Pasquale di Filippo, Gabriele Falsetta, Alessio Genchi, Tindaro Granata, Christian Mariotti La Rosa,Enrico Pittaluga, Irene Villa – Produzione Teatro Stabile di Bolzano; Foto di scena Fabrizio Boldrin.