I naufraghi famosi, gli aspiranti cantanti e i contadini fai da te sono ormai superati perchè adesso è il momento dei ragazzi “difficili”. Si chiama “Brat Camp” il nuovo docu-reality in onda da questa sera, lunedì 27 maggio su Mediaset Italia Due, nel quale otto ragazzi con seri problemi di relazione vivranno insieme in montagna, in un campeggio a contatto con la natura, senza comodità, affidati a un coach, una psicologa, un’educatrice e un capo scout. L’obiettivo del programma è quello di rimetterli in riga, sfida sicuramente non semplicissima. In sostanza gli otto giovani (quattro ragazze e quattro ragazzi) attraverseranno un difficile percorso formativo, cercheranno di superare difficoltà personali, svilupperanno lo spirito di gruppo e soprattutto dovranno affrontare il loro peggior nemico, se stessi. Di sicuro non mancheranno tensioni, nervosismi e momenti di scoraggiamento che dovrebbero essere affrontati e superati grazie all’aiuto degli esperti. «Non ci sarà un vincitore – ha spiegato il coach Roberto Lorenzani ex giocatore di rugby e organizzatore di corsi di sopravvivenza estremi – ma cerchiamo di far capire loro che il mondo non è solo discoteche, alcol e internet. I problemi di questi ragazzi sono tanti e diversi: c’è l’aggressivo che ha rotto coi genitori, quello che ha fatto parte di una baby gang. Adesso dovranno imparare l’importanza della disciplina, del lavoro e della fatica, l’accettazione dei propri limiti ed il rispetto verso gli altri». Insomma la tv prova ad avere anche un ruolo pedagogico e l’esperienza a “Brat Camp” in questo caso rappresenta solo l’inizio di un viaggio di crescita personale, di una personale evoluzione interiore che dovrebbe servire ad aiutare i protagonisti nell’inserimento sociale ed ancora a riavvicinarli al mondo del lavoro migliorando il rapporto con le proprie famiglie. Ispirato ad un format inglese di grande successo il nuovo programma riuscirà davvero a mettere in riga gli otto ribelli? Il periodo a disposizione per centrare l’obiettivo è di tre settimane mentre i tempi in cui la parola reality era associata al “Grande Fratello” sembrano già lontani.
Emilio Buttaro