Da Pirata a vampiro per poi diventare Indiano. Johnny Depp continua a stupire e a divertire anche nel film “The Lone Ranger”, in cui interpreta Tonto, un indiano cherokee che nel profondo west americano diventa la guida di John Raid (Armie Hammer), il quale con una maschera sul volto, rievocando un po’ le peripezie di Zorro, e in groppa a un cavallo bianco, da avvocato diventa giustiziere. Il film – prodotto da Disney/Jerry Bruckheimer e diretto da Gore Verbinski – è divertente e avvincente, ma soprattutto ci fa rivivere le atmosfere dei vecchi film western con l’aggiunta di suggestivi effetti speciali. Nelle scene finali sembra di essere in un grande luna park, su una giostra che fa alzare l’adrenalina. Il film comincia proprio in un Luna Park, dove Tonto, ormai anziano, racconta a un bambino la storia, mai svelata, delle sue rocambolesche avventure con l’uomo mascherato. Un viaggio in un’altra epoca, che riprende le storie magiche del Cavaliere solitario, la serie raccontata alla radio nel 1933 e approdata poi in televisione. Johnny Depp, l’attore più pagato di Hollywood, come sostiene lui stesso in un’intervista rilasciata a La Stampa, riporta sullo schermo un personaggio che ha molto a che fare con Jack Sparrow: «Tonto è goffo e comico come lui – spiega l’attore a Lorenzo Soria -. E ha successo non perché è bravo o coraggioso ma perché le cose gli capitano. È un guerriero indiano di grande integrità e dignità. Interpretarlo è stato un omaggio ai miei avi: è un piccolo contributo che spero di aver dato alla causa dei nativi americani per tutti torti da loro subìti». Simpatica la scena del “fessacchiotto” oppure quella del “potrebbe andare peggio, ti potrebbe venire prurito”.
E a Note di Cinema, il rotocalco di Canale 5, nella puntata dell’8 luglio, Depp svela come ha costruito il protagonista del film: «Ho immaginato Tonto vedendo un quadro di Kirby Sattler, un pittore che ritrae nativi americani. Ho iniziato a lavorare sul progetto di “The Lone Ranger” quando ero a Portorico sul set di “The Rum Diaries” con alcuni amici, tra cui il truccatore. Un po’ alla volta si è ricreata la stessa squadra de “I pirati dei Caraibi”, tra cui il produttore Jerry Bruckheimer e il regista Gore Verbinski, e il film ha iniziato a prendere forma». L’attore precisa inoltre: «Per le riprese abbiamo avuto consulenti comanche e quando abbiamo mostrato il film ad alcune comunità di nativi è stato davvero emozionante. Ho imparato molto dalla loro cultura: da bambino guardavo il telefilm e m’identificavo sempre nell’indiano». Le riprese di “The Lone Ranger” sono avvenute in luoghi storici del cinema western, tra la Monument Valley e il New Mexico, e la troupe ha ricevuto la visita ufficiale di alcuni capi navajo. Nel film Johnny Depp esprime l’orgoglio delle sue origini cherokee: l’attore, infatti, ha donato 250mila dollari agli indiani per le loro scuole e ha molto amato l’incontro con la cultura nativa americana. «Incontrare la comunità comanche è stata un’esperienza incredibile. Qui ho trovato una ‘madre adottiva’ ideale: Ladonna Harris, attivista dei diritti dei nativi americani e persona meravigliosa. Grazie a “The Lone Ranger” ho conosciuto un popolo straordinario, con uno spirito libero e una grande dignità e forza interiore: per me è stato un onore e una fortuna», ha concluso Depp. E l’impegno evidentemente ha premiato tutto il cast, tanto che il film sta facendo scivolare in seconda posizione gli zombie di World War Z.
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