The Plane: recensione
Cosa sarebbe stato The Plane senza Gerard Butler? Niente di speciale. E’ l’attore scozzese, classe 1969, a conferire credibilità al film che è nelle sale italiane dal 26 gennaio 2023. Si tratta di un action movie di ultima generazione per stile, tecnologia e anche contenuto, perché, non esagerando con gli effetti speciali, rende un po’ più credile (rispetto ai classici film d’azione e ai distaster movie) la storia.
Il Cinema di alta tensione tiene lo spettatore in uno stato di continua allerta, aumentando l’adrenalina mediante rapidi movimenti di macchina che mirano a rendere insicuro il contesto indugiando sui personaggi principali con una certa apprensione e meticolosità.
Trama di The Plane
Le sequenze iniziali di The Plane sono pacate. La macchina da presa di Jean-Francois Richet segue i passi frettolosi del comandante Brodie Torrance (Gerard Butler). E’ la notte di Capodanno. Il resto dell’equipaggio, formato dal secondo pilota Samuel Dale (Yoson An) e dalle tre assistenti di volo, è pronto ad accogliere i quattordici passeggeri.
Quando sull’areoplano sale anche un pericoloso omicida di colore (Mike Colter) l’atmosfera diventa già più tesa e il sospetto si insinua negli spettatori. L’uomo è in manette. Il veicolo decolla verso il Sudest asiatico, in direzione delle Filippine. Dovrà attraversare una tempesta che si rivelerà essere fatale per il volo. Grazie alla bravura di Torrence, l’aereo comunque atterra su un’isola, nel bel mezzo della giungla. Si scopre poi che la zona è molto pericolosa, perché il territorio non è più sotto il controllo del governo delle Filippine. L’isola è infatti nelle mani dei separatisti che, pur di fare soldi, sequestrano le persone (e non solo coloro che malauguratamente capitano sull’isola) per chiedere cospicui riscatti. Riuscirà Torrance a salvare i passeggeri e l’equipaggio?
Un film avvincente
The Plane è un film avvincente che, strizzando l’occhio ad altri disaster movie – come per esempio la pellicola del 2010 Unstoppable-Fuori controllo (solo per citarne una ma l’elenco è fittissimo) – pone al centro dell’azione un uomo qualunque che, pur avendo ceduto qualche volta all’ira, sa compiere atti eroici perché ha rigore e un proprio codice morale. Poi fa della fragilità (come si denota dalle lacrime liberatorie di Torrence) la propria forza. In questo film, dunque, viene riproposto più di un aspetto del personaggio senza troppa infamia e senza lode – tanto caro ad un cineasta come Clint Eastwood – che tra cadute e attimi di irrequietezza si evolve. Ma in questa pellicola non c’è tempo per l’analisi psicologica. Del protagonista sapremo molto poco, perché ciò che caratterizza The Plane è il movimento di macchina che crea tensione durante il corpo a corpo, le sparatorie, le riprese dall’alto, in un crescendo di sensazioni adrenaliniche. Maria Ianniciello