The Post: trama, recensione, trailer – Il grigio della carta stampata e delle rotative, dell’inchiostro e delle scrivanie dei giornali ma anche il blu della comunicazione: sono i colori di The Post, il nuovo e avvincente film di Steven Spielberg che gira una pellicola elegante, classica ed equilibrata. Il film è un omaggio al grande giornalismo di Quarto Potere, di Tutti gli uomini del presidente, de Il Caso Spotlight ma è anche un tributo a quegli uomini e a quelle donne che oggi si battono per la libertà di stampa nell’America di Donald Trump.
The Post riflette, in modo encomiabile e offrendoci diversi spunti, sul diritto di informare l’opinione pubblica senza subire pressioni dai poteri forti e lo fa attraverso due figure: l’editrice del Washington Post, Kay Graham, e l’agguerrito direttore della testata, Ben Bradlee, che negli anni Settanta misero in ginocchio l’amministrazione Nixon. Tra i due attori protagonisti, Meryl Streep e Tom Hanks (per la prima volta insieme sul grande schermo) si crea una profonda alchimia che rende il film ancor più interessante.
Al centro della trama di The Post i documenti, trafugati al Pentagono, sulla Guerra del Vietnam, un conflitto tra i più cruenti della storia americana che poteva e doveva essere evitato. I vari presidenti, che si susseguirono negli anni, sapevano da subito che gli Stati Uniti non avrebbero potuto vincere quella guerra; in realtà gli americani temevano di perdere l’Asia. I vietcong, appoggiati dal fronte sovietico, conoscevano perfettamente il territorio vietnamita, paludoso e ricco di insidie. Di conseguenza le imboscate a danno dell’esercito statunitense erano all’ordine del giorno, con ingenti perdite di vite umane, come si evince all’inizio del film. La Casa Bianca tuttavia occultava le prove della sconfitta continuando a mandare in Vietnam giovani soldati. Il New York Times per primo divulgò una parte della vicenda ma gli fu impedita la possibilità di continuare a seguire quella «pista»; il Washington Post invece pubblicò tutta la documentazione dando inizio a una battaglia che terminò con lo scandalo Watergate e con le successive dimissioni di Nixon.
The Post però cammina anche su un altro binario che dà ancor più lustro a una straordinaria Meryl Streep nei panni della prima editrice donna. Non solo giornalismo d’inchiesta, dunque, in questo film ma anche e soprattutto uno sguardo attento all’emancipazione femminile. Spielberg affida alle donne il ruolo chiave, in diverse sequenze. Ed è proprio una giornalista che comunica al resto della redazione il verdetto della Corte Suprema chiamata a pronunciarsi sul Washington Post, dopo che quest’ultimo aveva divulgato i documenti top secret.
Kay Graham è dunque una donna coraggiosa, che aveva ereditato il giornale dopo che il marito (quest’ultimo aveva ricevuto dal suocero l’azienda, perché le figlie femmine non potevano ricoprire ruoli di comando) si era suicidato. Le insicurezze, la paura di parlare in un ambiente tutto al maschile, le pressioni subite ci rendono l’idea di che cosa le donne abbiamo dovuto affrontare, proprio a causa del ‘lavaggio del cervello’ che le bambine subivano con una conseguente carenza di consapevolezza e tenacia nella vita adulta. Ma Kay è anche custode delle doti del femminile: umiltà, fair play, capacità di ascolto e una saggezza innata. Insomma The Post (candidato a due premi Oscar) è un film vincente proprio perché affronta tematiche ancora attuali con una lucidità disarmante. Da non perdere! Di seguito il trailer di The Post.